LUGANO – Ci eravamo lasciati col Ginevra campione e col Bienne sconfitto. Col Lugano uscito ai quarti di finale, dopo aver superato lo scoglio dei pre playoff (conquistati all’ultimo respiro e con una sofferenza inaudita), e con l’Ambrì che aveva dovuto salutare la compagnia già dopo le 52 giornate di campionato. Ora ci ritroviamo, dopo il preambolo di mercoledì, con la sfida Friborgo-Losanna, con la nuova stagione pronta a ripartire, che freme, che morde il freno, come la maggior parte dei tifosi e degli interessati.
Sarà una stagione sicuramente entusiasmante e interessante, nella quale sembrerebbe esserci una netta favorita – lo Zurigo – ma ormai sappiamo che la carta e le parole del pre-stagione servono a poco o a nulla. Come sempre sarà il ghiaccio a dire la sua. Un esempio lo abbiamo visto proprio l’anno scorso: chi a settembre 2022 vedeva il Ginevra vincente? Praticamente nessuno, se non pochissimi.
Sarà un campionato al quale Lugano e Ambrì si approcciano da outsiders. I bianconeri, che hanno cambiato molto, moltissimo, anche per quanto riguarda gli stranieri, sono pronti ad affidarsi anima e cuore alle idee di Luca Gianinazzi che ha mostrato, anche l’anno scorso, di poter avere le stigmate dell’head coach in grado di gestire un gruppo di uomini veri, e non solo di ragazzini dell’U20. Sarà un Lugano – quello che scende in pista stasera contro il Bienne – nel quale Mark Arcobello non sarà più il centro e il fulcro del gioco, ma sarà invece un Lugano capace di affidarsi a più linee, con molti stranieri d’attacco e uno solo in difesa, sarà un Lugano molto più giovane e vivace, che guarda ovviamente al presente – l’obiettivo è quello di arrivare tra le prime sei in regular season – ma anche al futuro, abbracciando diversi ragazzi che con lo stesso Gianinazzi sono cresciuti.
L’Ambrì si appresta ad esordire contro il Rapperswil con qualche partenza di lusso – leggasi Heim e Chlapik – e con qualche arrivo di rilievo, come quelli di Dauphin, Eggenberger e Douay. Certo, il lavoro che attende Cereda non è di quelli facili, anche perché i leventinesi arrivano da una stagione in cui i cali di tensione e di rendimento hanno fatto tutta la differenza di questo mondo e durante la quale, tolte le prime bocche da fuoco offensive, si è visto ben poco anche per quanto concerne i numeri nudi e crudi. L’head coach fino a ottobre dovrà fare a meno anche di Zwerger, nella speranza che il folletto offensivo torni sui livelli mostrati ormai qualche stagione fa.
Insomma, non si è ancora partiti e già siamo qui a fare analisi e previsioni, quando invece dovremmo sederci e goderci lo spettacolo. Buon campionato a chi a fine stagione potrà gioire, buon campionato a chi si mangerà le mani al termine della finale, buon campionato a chi raggiungerà i proprio obiettivi e a coloro che li bucheranno, buon campionato alle rivelazioni e alle sorprese stagionali e buon campionato a chi sarà una delusione, buon campionato a chi finirà a giocarsi i playout e a chi si qualificherà ai playoff, buon campionato a chi dovrà passare per il delicato play-in (una delle novità stagionali) e a chi saluterà tutti dopo la regular season. Insomma, buon campionato a tutti, arbirtri compesi, ma soprattutto a voi lettori.