L'Unione Internazionale dei Trasporti su strada (IRU) è un'organizzazione internazionale con sede a Ginevra che ogni anno incassa centinaia di milioni di franchi. Niente di strano, se non fosse che l'IRU è esente da pagare le imposte. Come rivela il Blick, l'organizzazione viene trattata come un'ente di utilità pubblica senza scopo di lucro, ma in verità rilascia, dietro pagamento, dei libretti doganali che permette ai camion di essere esentati dal pagare tasse doganali. In pratica, i camionisti in possesso di un libretto TIR possono attraversare le frontiere senza pagare tasse doganali o sottoporsi a controlli, e le merci trasportate sono assicurate.
Dietro questo sistema di garanzia si nasconde un'organizzazione internazionale discreta, poco trasparente e multimilionaria e i cui dirigenti sono finiti nel mirino dei tribunali ginevrini dal 2017: l'Unione Internazionale dei Trasporti su strada (IRU), fondata nel 1948 e tuttora con sede a Ginevra.
Incaricata dalle Nazioni Unite di attuare la Convenzione doganale sul trasporto internazionale di merci, l'IRU ha come compito di stampare e vendere i sopracitati libretti TIR. Fino a poco tempo fa, si trattava di un'attività molto redditizia, ma ora è minacciata dalla libera circolazione delle merci in Europa e dalla digitalizzazione.
In passato, l'associazione era in grado di accumulare enormi riserve, fino a 100 milioni di franchi all'anno, così ingenti che nel 2015 l'IRU ha accumulato un patrimonio di 1,9 miliardi. Queste cifre, contestate dall'IRU, sono state presentate da una delle parti di un'azione civile in corso per una controversia finanziaria. Secondo il rapporto annuale 2022 appena pubblicato, nelle casse ci sono ancora circa 400 milioni. Questa perdita sembra essere in parte dovuta a un investimento sbagliato in un progetto immobiliare da mezzo miliardo in Turchia, come rivelato dalla stampa nel 2020. Un'attività estremamente redditizia e allo stesso tempo esente dal pagare impste, in quanto dal 2009 è considerata di interesse pubblico.