RIGA (Lettonia) – Se la Svezia è la nostra bestia nera per antonomasia – viste le tante sconfitte ed eliminazioni subite tra hockey e calcio negli ultimi anni – la Germania sta scalando la classifica e sta iniziando davvero a rappresentare uno scoglio troppo alto da superare per la Nazionale di hockey allenata da Patrick Fischer. Come già successo nel 2021, sempre a Riga, e nel 2018 alle Olimpiadi, i teutonici ci hanno reso la vita un inferno, eliminandoci in maniera incredibile e clamorosa all’alba dei ¼ di finale del Mondiale in corso d’opera in terra lettone e finlandese.
Presenti su ogni tiro, capaci di toglierci ritmo e vivacità di gioco, gli uomini di Kreis ci hanno mandato in crisi fin dal primo tempo, chiuso non a caso col vantaggio tedesco (1-0). Un primo parziale in cui la Svizzera ha costruito poco o nulla, facendo davvero il solletico all’arcigna difesa della Germania che, una volta incassato il pari di Siegenthaler sembrava invece sull’orlo di cedere definitivamente, ma… ma i tedeschi, lo sappiamo, non mollano mai e tra penalità su entrambi i fronti e cariche dure e scorrette, Niederreiter e compagni sono andati completamente nel pallone, incassando prima l’1-2 poi l’1-3, addirittura in shorthand!
Neanche il terzo periodo giocato più che col cuore che con la testa è servito alla Svizzera per rimettere in piedi una partita complicata e dura che mette ancora una volta sulla graticola il lavoro fatto fin qui dall’ex head coach del Lugano che, parole sue, aveva parlato di “fallimento” nel caso i rossocrociati non fossero arrivati fino in fondo. Cosa che puntualmente è avvenuta… e come l’anno scorso, dopo aver vinto il girone di qualificazione…
Chiudiamo le valigie e torniamo a casa, con ancora più dubbi rispetto a un paio di settimane fa! E con un Patrick Fischer che si prende tutte le colpe di questo fallimento e che ora è davvero in bilico. Non ci sarebbe da meravigliarsi se la Federazione gli desse il benservito... non ci resta che attendere.