Ticino, 04 dicembre 2022

Lupo abbattuto, Zali: "Non abbiamo risolto il problema"

*Dal Mattino della Domenica

Aquila, lunedì 28 novembre. Sono le 21.30 circa: un lupo, avvistato in prossimità dell’abitato, a un centinaio di metri da una stalla con animali da reddito, viene abbattuto da un guardacaccia dell’Ufficio della caccia e della pesca, munito di visore notturno. Si tratta del primo esemplare ucciso in Ticino, dando seguito all’autorizzazione giunta il 23 novembre dall’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM), relativa alla regolazione del branco presente in Valle di Blenio. In meno di una settimana, l’Ufficio della caccia e della pesca (UCP) ha così portato a termine il compito assegnatogli dal Consiglio di Stato. Il Ticino ha quindi registrato il primo abbattimento dal ritorno del lupo, oltre vent’anni fa. I branchi attualmente osservati nel nostro Cantone sono quattro: in Valle Morobbia, in Valle Onsernone, in Valcolla e in Valle di Blenio, dove, a inizio novembre, era stata accertata la costituzione di un nuovo branco data la presenza di due cuccioli di lupo. 


Zali: “Abbiamo fatto quello che potevamo”

“È il primo ordine di abbattimento che porta a un risultato. L’esemplare è stato abbattuto conformemente alle indicazioni dell’UFAM” – commenta al proposito il Direttore del Dipartimento del territorio, Claudio Zali. Precisando che “si tratta di un giovane lupo, e quindi, non dell’autore della predazione di bovini in Valle di Blenio. Quindi, da questo punto di vista, abbiamo fatto quello che potevamo, ma non abbiamo risolto il problema di un esemplare fortemente incompatibile con le esigenze degli allevatori”. “Sappiamo che la predazione dei bovini in Valle di Blenio è stata causata – ribadisce Zali – da un esemplare adulto pericoloso per l’allevamento. Non soddisfa di non potere procedere alla regolazione di questo capo pericoloso”, sottolinea il Presidente del Consiglio di Stato.

Prima risposta ad allevatori ed abitanti

Si tratta di una prima risposta ad allevatori e abitanti che si rivolgono alle autorità preoccupati poiché la presenza del lupo è accertata da un numero sempre più elevato di avvistamenti e predazioni. Con la consapevolezza che questo primo passo non risolverà il problema. Il margine di manovra del Cantone, rispetto alle regole imposte dalla Confederazione, resta esiguo. Ciò malgrado, il DT continua a fare pressione a Berna, nella fattispecie presso l’UFAM, al fine di agevolare la regolazione del predatore, a favore di un’economia alpestre che da tempo è confrontata con questa problematica. V’è anche da dire che, a volte, le critiche mosse nei confronti del Governo, del DT stesso e dell’UCP, sono un po’ ingenerose in quanto, appunto, il tema è quasi esclusivamente di competenza della Confederazione. Prova ne è il fatto che, proprio in questo specifico caso, non appena si è scoperto che si trattava di un branco, il Cantone ha dovuto obbligatoriamente rivolgersi all’UFAM che successivamente ha autorizzato l’abbattimento di un giovane esemplare.

Il Dipartimento è consapevole che la situazione attuale non è accettabile ed è vicino a coloro che hanno subito delle predazioni. In questo senso si sta adoperando presso gli uffici federali, affinché, anche in collaborazione con gli altri Cantoni, le regole vigenti possano cambiare. Solo quando i Cantoni avranno un margine di manovra più ampio, sarà forse possibile stabilire una situazione di convivenza più accettabile. In Ticino, a fronte della presenza accertata di quattro branchi, ogni regolazione deve passare da Berna e implicare, come accade oggi, un’attesa di settimane o mesi, per poter conoscere l’esito del test del DNA e, soprattutto, per poter intervenire, va da sé che c’è qualcosa che non va. La situazione odierna non è accettabile. E deve poter cambiare.

*Edizione del 4 dicembre 2022

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