“Ora però le cose stanno cambiando, e pure io mi sento meglio” afferma. E che Arcobello sia in ripresa lo si è visto sabato della scorsa settimana contro il Rapperswil, quando ha suonato la carica e condotto la squadra ad una spettacolare rimonta (impreziosita da due reti e altrettanti assist). A Zurigo poi, nella serataccia contro i Lions, è stato uno dei meno peggio in pista, contabilizzando un punto a referto. Niente di che, dice, “perché non si può pensare di vincere una partita giocando solo due tempi“. Intanto però il centro statunitense guarda già al derby di martedì prossimo alla Corner Arena.
E la nostra intervista parte proprio da lì.
Mark, di solito le partite contro l’Ambrì sono un toccasana per il Lugano.
Il passato non conta. Dobbiamo dimenticarlo. Le squadre arrivano al secondo derby stagionale in condizioni non perfette, anche se i leventinesi stanno decisamente meglio di noi a livello di classifica. Sarà comunque una sfida molto equilibrata, l’Ambrì gioca un buon hockey e contro di noi raddoppierà gli sforzi. Inoltre: il Lugano è in debito con i propri tifosi, e quindi vogliamo assolutamente ottenere i tre punti o la vittoria. Questa partita rappresenta una tappa fondamentale nel nostro processo di crescita necessario per uscire dalla crisi.
Sarà il primo derby anche per Luca Gianinazzi. A proposito: che ne pensa del giovane coach?
Lo ritengo preparato. Per lui non era facile prendere in mano la squadra in un momento di così grande difficoltà. Giovane, certo, ma ha sufficiente carisma e personalità per imporsi e far valere le proprie idee. Quando parla sembra un veterano, uno che mastica hockey da una vita. Gianinazzi cerca di sfruttare le caratteristiche dei propri giocatori e adattargli il tipo di gioco che ha in mente. Operazione che non sempre tutti gli allenatori sanno fare.
Sembra una stilettata contro McSorley.
Dico che Gianinazzi crede in sé stesso e nelle sue capacità, ed è giusto che sia così. Del resto, tutta la squadra ha fiducia nel nuovo coach, siamo con lui. Sta portando la mentalità e le motivazioni giuste per attuare la rimonta verso posizioni migliori.
Il fatto che abbia solo 29 anni non la preoccupa?
Non sapevo nemmeno quanti anni avesse quando è stato messo lì al posto di McSorley. Ripeto: lui sembra un veterano.
È giusto dire che Arcobello ha beneficiato del cambio di panchina?
Ora sto meglio, mi sento più libero e posso giocare il mio hockey. Anche dal punto di vista morale mi sto riprendendo.
Nel Lugano del nuovo corso, si sta mettendo in evidenza il suo compagno di linea Marco Zanetti. Una sorpresa.
Veloce, buona tecnica, coraggioso: si è subito calato nel suo ruolo e gioca indistintamente in prima come in terza o quarta linea. Con lo stesso spirito e la stessa determinazione. Una bella scoperta, per tutti. Una delle poche cose positive di questo inizio di stagione. Secondo me ha un futuro garantito.
Tornando al Lugano: sinora non siete ancora riusciti a vincere due partite di fila.
E ciò denota la nostra totale mancanza di continuità. Che è poi il nostro vero problema. Direi che siamo una squadra umorale, che non siamo ancora in grado di gestire al meglio le partite. A Zurigo, per esempio, dopo due tempi giocati alla pari con gli avversari, almeno dal profilo del risultato, nel periodo conclusivo abbiamo perso completamente la testa. Basta poco per farci smarrire la giusta direzione. E su questo aspetto ci sarà molto da lavorare. Ma, come ho spiegato, abbiamo molta fiducia in Luca Gianinazzi.
La stagione, al netto di tutto, non è ancora compromessa, vero?
Anche se siamo in una posizione complicata, abbiamo ancora delle carte da giocare. Il potenziale della squadra è buono, il gruppo ci crede. Se riusciremo ad essere finalmente continui e magari a giocare in modo più...concreto, allora, potremo toglierci delle belle soddisfazioni.
M.A.