Sport, 20 maggio 2022

Enrico Varriale, la carriera di un giornalista aggressivo

Il presentatore italiano a processo per molestie e aggressioni all’ex compagna

Enrico Varriale fa parte della lunga schiera di giornalisti che passerebbero sulla testa della propria madre pur di avere visibilità o di portare a casa uno scoop. Anche in Ticino ce ne sono, tanto per chiarire. Il presentatore-conduttore napoletano non è mai piaciuto troppo: a giocatori, allenatori, dirigenti e pure ai colleghi, dei quali diceva peste e corna e arrivò pure a denunciarne uno agli inquirenti durante l’inchiesta di Calciopoli. Peccato, per Varriale, che la cosa si sgonfiò e il giornalista in questione fu scagionato. Il piccoletto – Cesare Maldini lo chiamò così una certa volta - ha avuto anche scontri verbali con gli intervistati di turno, ha rischiato di venire alle mani con interlocutori inviperiti per il suo atteggiamento arrogante e baldanzoso, ma nonostante ciò, malgrado tutto, è diventato vice-direttore di RAISport. Non certamente per meriti acquisiti sul campo. Salì di grado esclusivamente per il metodo-lottizzazione in voga alla RAI (in poche parole: se sei del partito giusto fai carriera).


Ma il peggio del peggio deve ancora arrivare. Infatti nel 2021 Varriale finisce sulle prime pagine dei giornali. La sua ex compagna lo accusa pesantemente: “Mi ha picchiata, presa a schiaffi, sbattuta contro il muro, insultata. Mi perseguita con telefonate di notte, si è appostato sotto casa, suonando il campanello ad orari impossibile...”.


Un’accusa che lui ha ri-mandato al mittente con il suo solito fare strafottente. Ma contro Varriale è immediatamente scattato il divieto di avvicinamento per meno di 300 metri dai luoghi frequentati dalla donna. I capi d’accusa sono comunque gravi: tanto che il giudice Monica Ciancio lo obbliga a non comunicare con l’ ex compagna e allontanarsi immediatamente in caso di incontro fortuito. Misure necessarie perché secondo un profilo psicologico dell’accusato, emerge una personalità aggressiva e prevaricatrice.

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La relazione amorosa fra il 62enne giornalista e la giovane manager è nata poco dopo la vittoria della nazionale azzurra agli Europei 2020 (ma disputati a causa del covid-19 nel 2021). Secondo i magistrati sono stati tre i fattori che hanno scatenato la violenza di Varriale: la rinuncia obbligata dello stesso alla ribalta delle telecronache delle partite degli azzurri, siccome entrò in contatto con un positivo al coronavirus, il procedimento disciplinare a suo carico per non aver rispettato la quarantena e, dulcis in fundo, la mancata conferma come vicedirettore di RAI-Sport. La coppia è comunque “scoppiata” la mattina del 6 agosto quando Varriale durante una lite per motivi di gelosia, ha spinto violentemente la donna contro il muro, le ha rifilato calcioni e sberle mentre la stessa cercava di riprendersi il telefonino che le era stato sottratto. Una violenza che sarebbe avvenuta in due tempi, nell’appartamento e poi sul pianerottolo di casa. A questo punto la giovane si è recata al pronto soccorso e immediatamente ha interrotto la relazione.


Il referto medico non ha lasciato dubbi: ferita lacero contusa al braccio sinistro, ecchimosi alla mano sinistra, tumefazione del gomito destro con dolenzia alla mobilizzazione attiva, abrasioni alla base del collo e sul ginocchio sinistro, guaribili in una settimana. Senza poi contare le continue telefonate notturne, gli appostamenti e messaggi pieni di livore che si sono protratte sin quando la donna ha denunciato di nuovo Varriale. E nei giorni è iniziato il processo, e alla prima udienza la donna ha confermato tutte le accuse nei confronti del giornalista televisivo ed ex vicedirettore di RAI-sport. La stessa è stata sentita in un’udienza a porte chiuse durante la quale ha ripercorso i fatti vissuti. In aula era presente il denunciato. Tocca ora alla giustizia fare il suo corso. Di certo, la carriera del“piccoletto” rischia di essere compromessa.

JACK PRAN

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