"La famiglia di Yvan Colonna conferma la sua morte questa sera all'ospedale di Marsiglia. Chiede che il suo lutto sia rispettato e non farà alcun commento", ha detto il suo avvocato Patrice Spinosi all'AFP in un messaggio di testo, rendendo ufficiale un'informazione ottenuta anche dall'AFP da tre fonti della polizia e data inizialmente dal quotidiano "Le Parisien".
"Yvan Colonna, patriota corso, vivo e vegeto per l'eternità! Saremo sempre al vostro fianco", il partito Femu a Corsica di Gilles Simeoni, il presidente autonomista del consiglio esecutivo dell'isola, ha reagito rapidamente su Twitter in corso. "Yvan Colonna, morto per la Corsica", ha scritto Core in Fronte, il principale partito pro-indipendenza, sempre in corso sullo stesso social network.
L'attivista nazionalista di 61 anni, a cui era stata concessa una sospensione della pena "per ragioni mediche" giovedì, si trovava in coma dal suo violento attacco all'inizio di marzo nella prigione centrale di Arles (Bouches-du-Rhône), dove stava scontando la sua pena per la partecipazione all'assassinio del prefetto Claude Erignac nel 1998 ad Ajaccio.
Era stato gravemente ferito da un detenuto descritto come "radicalizzato", Franck Elong Abé, un camerunese di 36 anni presentato come un "jihadista" che lo aveva attaccato nella palestra della prigione. Yvan Colonna era stato vittima di "strangolamento a mani nude e poi soffocato" con un sacchetto di plastica, secondo il procuratore di Tarascon, Laurent Gumbau.
Abé, che stava scontando diverse condanne, tra cui una di nove anni di prigione per "associazione criminale terroristica", è stato poi accusato di tentato omicidio terroristico. Secondo diverse fonti, l'aggressore di Yvan Colonna aveva giustificato il suo atto dicendo che l'attivista corso aveva bestemmiato e "parlato male del Profeta".
L'aggressione a Colonna aveva provocato un'esplosione di rabbia, con manifestazioni a volte violente, in tutta la Corsica per quasi due settimane, dietro uno slogan ampiamente condiviso di "Stato francese assassino". Queste tensioni sono culminate in disordini il 13 marzo a Bastia, con una manifestazione che ha lasciato 102 feriti, 77 dei quali dalla parte della polizia.
Questa rabbia era motivata in particolare dalla durata dell'attacco di Yvan Colonna, quasi otto minuti, sotto lo sguardo di una telecamera di sorveglianza, senza che nessun supervisore intervenisse. Era stato l'aggressore stesso ad allertare le guardie, spiegando che Yvan Colonna aveva avuto un "malore".