Sport, 18 febbraio 2022

“Seguo ancora il Lugano e mi occupo anche di TV”

Chiacchierata con Peter Walder, ex portiere bianconero degli Anni Settanta

LUGANO - Peter Walder aveva 6 anni quando ha cominciato a giocare a calcio. Ogni mercoledì si recava con altri compagni di scuola ai campetti di Cornaredo: quattro pedate al pallone e poi via, a casa, nel quartiere di Molino Nuovo dov’è cresciuto. Mamma grigionese e padre zurighese. La sua grinta, unita ad un’innata bravura, gli hanno poi permesso di entrare giovanissimo nella prima squadra del Lugano. Per sei anni ha vestito la maglia bianconera, in seguito nel 1982 è stato ingaggiato dallo Young Boys, con il quale ha giocato due partite di Coppa delle Coppe contro la Steaua Bucarest. Nel suo curriculum vanta anche diverse presenze nella nazionale under 21 rossocrociata. Mai, però, nella selezione maggiore. Il suo unico cruccio. Oggi l'ex portiere bianconero, che ha superato con grande tenacia momenti difficili legati ad una salute cagionevole (grazie anche alla moglie Irene), si è riciclato conduttore televisivo di un’emittente regionale, TV Riviera. Anche di questo abbiamo parlato nell’intervista che ci ha rilasciato nei giorni scorsi. 


Peter Walder: segue sempre il FC Lugano? 
Certo lo seguo ancora, anche se non più con la stessa intensità degli anni passati. Ma il mio cuore è sempre rimasto bianconero. Anche quando mi trasferii allo Young Boys per due anni e mezzo. Esperienza che dal punto di vista sportivo mi fece compiere un bel salto di qualità, anche perché mi diresse un’icona del calcio internazionale, tale Timo Konietzka grande giocatore dello Zurigo degli Anni Sessanta. Devo dire che sarei rimasto volentieri altri anni nella Capitale,ma purtroppo, siccome ero in prestito, il Lugano fece delle richieste economiche e ciò mi impedì di continuare in giallonero. 


Le piace la nuova proprietà bianconera?
Debbo dire sì: prima di tutto perché la parte esecutiva, quella che lavora sul campo, è svizzera, e di conseguenza alcuni acquisti fatti in questi ultimi tempi sono in linea con una filosofia locale, cosa che facilita l’identificazione con il pubblico; e poi mi pare che finalmente si vede una struttura professionale. Joe Mansueto, infine, lascia fare ai suoi collaboratori. Sinora non mi è sembrato interventista.


Fiducioso insomma….
Presto per dire se riusciranno a centrare i loro obiettivi, ma le persone che lavorano in società trasmettono una certa fiducia. 


La nomina di un presidente che non parla italiano (Philippe Regazzoni) non è stata però una grande idea.
Sulla questione avrei qualcosa da ridire. Possibile che in Ticino non siano riusciti a trovare un presidente in grado di parlare la lingua di Dante? Se penso a quante persone locali potrebbero svolgere questo ruolo, la scelta di Regazzoni mi lascia perplesso. Un nome per la presidenza? Luca Pedrotti o Sergio Ermotti. Nomi fuori luogo? Non credo, penso anzi che aggiungere alla direzione attuale un presidente come uno dei summenzionati, non sarebbe stato così difficile.


Le piace coach Croci Torti?
Sono stati bravi coloro che hanno individuato in lui il tecnico del Lugano per i prossimi anni. Le capacità sono evidenti, non ha nulla da invidiare ad allenatori con un grande curriculum, e penso che i risultati finora raggiunti abbiano dimostrato le sue grandi qualità. Bravo tecnicamente, tatticamente, ma il campo in cui fa la grande differenza Mattia è quello della preparazione mentale. Un motivatore eccelso.


Dove può arrivare questo Lugano?
Io sono molto ottimista, secondo me può giocarsi il terzo posto con il Basilea, che peraltro ha perso il suo bomber Arturo Cabral, ingaggiato dalla Fiorentina. Zurigo e Young Boys secondo me hanno un potenziale superiore rispetto ai bianconeri. E in Coppa può andare in finale. 


Se si eccettua Bottani, ci sono pochi ticinesi in rosa. 
È vero, ma con la qualità che ha raggiunto il calcio, aspettarsi che molti ticinesi riescano ad entrare in prima squadra è un’utopia. Non siamo più negli Anni Settanta, quando dalla rosa della prima squadra che giostrava in LNB (!) a Lugano ben quattro giocatori figuravano nella nazionale svizzera under 21: Giampietro Zappa, Angelo Elia, Fabrizio Casanova e il sottoscritto. Dove siano poi finiti questi calciatori cresciuti nel vivaio luganese (a parte Casanova ) è li tutto da vedere. Zappa a Zurigo, Elia al Servette, io allo Young Boys. 


Peter: domenica scorsa ad assistere a Lugano-Lucerna c’erano 2’900 spettatori. Almeno 700 dei quali proveniente dalla Svizzera Interna. Pochissimi per una squadra che si trova stabilmente nelle parti alte del torneo. Nota dolente. 
Certo ma penso tuttavia che con lo stadio nuovo la cosa possa migliorare. Perché ci credo? Losanna,
Lucerna, Thun, San Gallo, hanno avuto un incremento di spettatori. 


Ora facciamo un passo indietro e parliamo dell' ex presidente Angelo Renzetti. A Lugano ha fatto miracoli eppure all’inizio della sua gestione, lei era uno dei suoi maggiori critici. 
È vero, ma non ero l'unico. In quel periodo, circa dieci anni fa, partecipavo con una certa frequenza alle puntate di Fuorigioco su Teleticino e se mi ricordo bene molti degli ospiti condividevano la mia opinione. Su Angelo Renzetti avevo una posizione diversificata: l’ho sempre apprezzato per la disciplina finanziaria, non ricordo una sola volta che gli sia stata rifiutata la licenza per la partecipazione alla Super league, ma il suo esprimersi sulla squadra o su singoli giocatori, mi ha sempre urtato. Sono uno di quelli a cui non piacciono le esternazioni di un presidente dopo la partita e alla presenza di giornalisti. Questi atteggiamenti non vanno bene. Oggi comunque ho un grande rispetto per quello che Angelo ha fatto per il Lugano, sia per lo stadio che per la squadra.


Facciamo un altro passo indietro: il Grande Lugano di Louis Maurer, che lei ha soltanto sfiorato. 
Ho comunque avuto la possibilità di allenarmi per un anno con Mario Prosperi, portiere che non ha bisogno di presentazioni, con Luttrop, Blumer, Pullica, Brenna, Signorelli, Perucchi e Indemini ma soprattutto ho avuto la grande fortuna di avere Alfredo Foni quale tecnico in prima squadra, nella quale fra le altro cose militavano ancora Brenna e Signorelli, giocatori dai quali ho imparato tantissimo. In particolare da Vincenzo, che era un po’ il condottiero di quella squadra. 


Buttiamo là un altro nome, Otto Luttrop. 
Ecco appunto Otto Luttrop: secondo me è stato uno dei due più grandi giocatori che abbiano mai vestito la maglia bianconera. L’altro é Mauro Galvao. Atom era semplicemente formidabile: ricordo che ai tempi d’oro il 70 percento delle punizioni calciate fra i 16 e i 25 metri dalla porta avversaria, finivano in rete! Lui aveva una potenza di tiro incredibile, ve lo dice uno che l’ha provato in prima persona (ride, ndr).Spesso e volentieri, finite le nostre carriere, ci si trovava a bere il caffè in centro citta. Lo ricordo con grande affetto. Così come Tullio Calloni, deceduto nei giorni scorsi. 


Parlando di Peter Walder bianconero. Chi furono i suoi primi tecnici?
I maestri Vittorio Moruzzi e Sergio Pamini, ma colui che mi scoprì fu quest’ultimo. Un giorno passando davanti al campetto dell’asilo di Molino Nuovo e dopo avermi visto parare mi disse: ehi ragazzino, come ti chiami? Dopo avergli detto il mio nome mi disse: non vorresti venire il mercoledì pomeriggio a fare allenamento con il Lugano? E così, cominciò la mia grande avventura. Il mio mentore? Remo Pullica.


Rimpianti?
Non essere riuscito a far parte della nazionale maggiore dopo aver giocato 12 partite fra amichevoli e le partite di qualificazione agli Europei con la Under 21. Vestire la maglia con la croce svizzera è qualcosa di molto speciale, che non si può spiegare in due parole.


Dal calcio alla TV: come detto in apertura Peter Walder si è buttato in un’avventura affascinante e impegnativa Ha infatti creato TV Riviera24.
Insieme ad un amico di Cresciano, Remzi Durmishi, abbiamo fondato una piccola TV regionale, dal nome TV Riviera24 (sito da visitare www.tvriviera24. ch) e al momento abbiamo già diversi format: il primo comprende interviste a sportivi di nicchia, a giovani, che tuttavia hanno già vinto diversi titoli, e a personaggi dello sport regionale; il secondo è dedicato ai libri, con la presentazione di giovani scrittori ticinesi.


Il fiore all’occhiello però è la trasmissione del mercoledi.
Esatto, ospitammo personaggi in vista del territorio ticinese. Finora abbiamo effettuato 48 puntate, con diversi personaggi di spessore: Fabio Regazzi, Filippo Lombardi, Lorenzo Quadri, il sindaco di Locarno Alain Scherrer, il compianto Marco Borradori e il sindaco di Bellinzona Mario Branda fra gli altri. Siamo molto soddisfatti di come vanno le cose, e speriamo che sempre più persone ci possano seguire sui canali di Facebook e YouTube naturalmente in diretta streaming.


Com’è nata questa idea?
L’iniziativa è partita dal mio amico, che da anni aveva in testa di aprire un’emittente regionale, che trasmettesse su FB e YouTube per permettere a tutte le persone che vivono nel resto del mondo, di seguire in diretta le nostre interviste. Ed infatti, fra coloro che ci seguono, ci sono ticinesi residentiall’estero.

M.A.

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