Svizzera, 23 dicembre 2021

Rapinano un portavalori: due condannati

Due fratelli e un loro complice sono stati condannati mercoledì dal Tribunale penale per due rapine avvenute nel 2014 e nel 2016. Gli altri membri presunti della banda, composta quasi interamente di persone imparentate fra di loro, sono stati invece assolti per mancanza di prove. La maggior parte delle accuse è stata quindi respinta e la maggior parte degli imputati è stata assolta, alcuni dei quali sono stati risarciti per i giorni trascorsi in detenzione preventiva.

I due fratelli che avevano partecipato attivamente all'attacco a un furgone portavalori a Plan-les-Ouates (GE) nel 2014 e alla rapina di una società di sicurezza a Vernier (GE) nel 2016, rapine che hanno fruttato un bottino di 1,6 milioni e dieci armi da fuoco, sono stati condannati a 6 anni e 5 anni di prigione per rapina (e reati per stupefacenti per uno di loro). Avendo già scontato quattro anni di detenzione preventiva, entrambi sono quindi liberi. L'ex dipendente della società, che aveva fornito le informazioni precise necessarie per il furto, è stato condannato a quattro
anni e mezzo di prigione per rapina e furto.

Gli altri membri della famiglia - altri due fratelli, la madre di 60 anni e la fidanzata di uno dei rapinatori - sono stati tutti assolti. In particolare, i giudici hanno trovato che non c'erano prove che uno dei gemelli avesse partecipato alla prima rapina (cosa che ha sempre negato), a parte una testimonianza indiretta. Anche delle altre accuse non rimane nulla. Senza precisare quale reato è stato imputato a chi, i reati di cui gli imputati erano accusanti erano riciclaggio di denaro, violazione della legge sulle armi e della legge sugli esplosivi, falsificazione di documenti, falsificazione di certificati e incitamento al soggiorno illegale. Per quanto riguarda le intercettazioni condotte segretamente durante le visite alla famiglia, su cui l'accusa si era basata, la corte ha in un certo senso dato ragione alla difesa, che si era fortemente opposta alla procedura. "Il rischio di errore è troppo grande per condannare solo su questi elementi. Va bene condurre un'indagine, ma non per basare un verdetto".

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