Sport, 11 novembre 2021

Ciao Lugano: è partita la missione Italia

La Nazionale nel pomeriggio di ieri ha lasciato Cornaredo e Villa Sassa per recarsi nella capitale italiana dove domani si disputerà il match decisivo per le qualificazioni mondiali

LUGANO – Lo scorso luglio – esattamente 4 mesi fa –  al canto di “It’s Coming Rome”, la nazionale italiana di calcio faceva ritorno da Londra, con destinazione Roma, con tanto di coppa di Campioni d’Europa sotto braccio. Una festa infinita, enorme, in barba alle leggi covid e al distanziamento sociale (sia in Inghilterra, dove lo stadio era stato aperto con la capienza massima, sia in Italia, dove la nazionale di Mancini sfilò poi per le strade del centro storico di Roma su un bus scoperto tra due ali di folla festante e accalcata). Ora quella stessa tratta, ma con partenza da Lugano, l’ha seguita la Nazionale svizzera di Murat Yakin che domani sera sfiderà l’Italia per la sfida decisiva per qualificarsi al prossimo Mondiale.
 
 
Un match delicato, fondamentale, decisivo che entrambe le nazionali affronteranno incerottate e con tante defezioni: elencarle tutte sarebbe inutile e quasi stancante e allora facciamo soltanto alcuni nomi. Zuber, Xhaka ed Embolo da una parte (con Gavranovic in dubbio), Zaniolo, Pellegrini, Chiellini e Immobile dall’altra (con i dubbi azzurri che rispondono ai nomi di Bonucci e Barella). Bastano? Di sicuro non basteranno per allentare la tensione in vista della sfida dell’Olimpico di Roma così come non basteranno per abbassare la qualità del gioco a cui assisteremo domani sera.
 
 
Da una parte ci saranno i campioni d’Europa, dall’altra la nostra Nazionale che anche nei recenti Europei, dopo un avvio complicato e in sordina, riuscì a sorprendere tutti, eliminando la Francia e arrivando a un nonnulla dallo sculacciare anche la Spagna, passaggio del turno che sarebbe significato semifinale proprio contro l’Italia. Quell’Italia che, sempre all’Olimpico,
lo scorso 16 giugno ci annientò, ci diede una lezione di calcio incredibile, arando soprattutto le fasce laterali – l’11 iniziale di Petkovic assomigliava più a un all-in nella speranza di sorprendere l’avversario, scelta ovviamente sbagliatissima – e mettendo una pressione in fase di recupero palla che non ci diede tregua e speranze.
 
 
Ma questa volta è e sarà diverso. L’Italia non è più quella corazzata dell’estate europea e ha sulle spalle il peso di essere campione continentale mentre la nostra Nati, col cambio di guardia in panchina, è cambiata, è maturata, ha trovato ancora di più una quadra, e la sfida di Berna di settembre lo ha mostrato. Certo, Sommer dovette superarsi in diverse occasioni – specie su Insigne e sul rigore parato a Jorginho – ma quello 0-0 ci tiene ancora in vita. Anche perché a conti fatti, un pareggio in quel di Roma non sarebbe da buttare via: arriveremmo all’ultima sfida a pari punti e con una differenza reti di +9 rispetto al +11 italiano, ma attenzione… lunedì gli Azzurri andranno in Irlanda del Nord, mentre noi accoglieremo la Bulgaria e tutto – specie la differenza reti, primo fattore decisivo in caso di arrivo a pari punti – potrebbe cambiare.
 
 
Ma a questo ci penseremo a partire da sabato mattina, quando la Svizzera ripartirà da Roma sempre in direzione Lugano per recuperare le energie per poche ore, prima di ripartire in direzione Lucerna per l’ultima partita del girone. E solo a quel punto potremo fare dei calcoli, anche perché in caso di vittoria avremo un piede e mezzo già in Qatar, mentre in caso di sconfitta… beh, faremmo bene a iniziare a pensare agli spareggi.

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