Svizzera, 16 settembre 2021
L'Italia vuole rimandare in Svizzera l'accoltellatore di Rimini, Gobbi: "Boutade fantasiosa ma grave"
Secondo quanto riferito dal Corriere del Ticino ieri sera, l'Italia si appresterebbe a rimandare in Svizzera dell somalo 26enne che lo scorso sabato ha accoltellato cinque persone a Rimini, fra le quali un bambino. È quanto avrebbe affermato la ministra dell’Interno italiana Luciana Lamorgese rispondendo ad una domanda in parlamento.
L'uomo, secondo quanto riferito da Lamorgese, "era privo di precedenti di polizia secondo le annotazioni presenti nei sistemi informativi nazionali e internazionali. Quanto alla dispersione nel territorio italiano, vi è da dire che tale condizione non è rilevabile solo in rapporto al recente ingresso del giovane somalo nel nostro Paese, ma trova la sua prima radice nella precedente peregrinazione dello stesso soggetto in vari Paesi europei. Il somalo - ha continuato la ministra - ha fatto il suo primo ingresso in Germania nel 2015, spostandosi dopo poco in altri Paesi del continente e, precisamente, in Danimarca, Svezia, Olanda, Austria e, infine, è arrivato in Svizzera. In occasione dei vari passaggi nei Paesi europei, Duula ha sempre presentato istanza di protezione internazionale, come si apprestava peraltro a fare in Italia nel cui territorio risulta essere entrato il 9 agosto di quest’anno".
"Proprio in considerazione della sua condizione di migrante, della presenza varia di domande di
protezione internazionale l’apposita unità di Dublino presso il dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione ha in corso le necessarie verifiche, ai fini della ripresa in carico del somalo da parte della Svizzera, ultimo Paese che ne ha registrato la presenza" ha aggiunto Lamorgese.
Affermazioni che hanno fatto reagire il Consigliere di Stato Norman Gobbi che, su Facebook, ha qualificato le dichiarazioni di Lamorgese come una "boutade fantasiosa", ricordando che l'Accordo di Dublino prevede l'espulsione verso il primo paese d'arrivo, in questo caso la Germania.
"Con tutto il rispetto – scrive Gobbi - che posso avere per l’istituzione che rappresenta, la signora ministra dell’interno italiana poteva risparmiarci questa boutade fantasiosa, vagamente da scaricabarile. Spero che a Berna si stiano spanciando dalle risate davanti a questa richiesta, se non fosse che il caso di violenza è grave".
" Grave tanto quanto detto in parlamento dalla signora ministra – ha continuato il direttore del DI - poiché disattende anche i principi dell’Accordo di Dublino che invece chiamerebbe in causa semmai la Germania e non la Svizzera! A meno che nel nome della reciprocità rimandassimo in Italia tutti gli italiani autori di reati in Svizzera….