Sport, 04 giugno 2021

Rigori amari, ma così è inaccettabile...

L’eliminazione subita ieri dalla Svizzera al Mondiale dalla Germania fa male davvero perché ha cancellato tutto il buono visto fin qui in Lettonia

RIGA (Lettonia) – Nel 2018 ci fermammo al palo e ai rigori, in finale contro la Svezia. Nel 2019 fu una rete canadese a meno di 1” dal 60’ a mandarci al supplementare e da lì a casa. Questa volta sono stati nuovamente i rigori a sancire l’eliminazione della Svizzera dal Mondiale, ma questa volta la sconfitta è davvero difficile da comprendere.
 
Durante il girone, eccezion fatta per il KO contro la solita Svezia, durante la quale non abbiamo praticamente giocato, la Nazionale ha mostrato tante belle cose. Ha mostrato idee, gioco, voglia, cuore e grinta. Ieri contro la Germania, invece, siamo tornati a essere la “solita” Svizzera che al momento giusto… si scioglie. Sì perché contro i teutonici ci siamo persi, tanto per merito dei nostri avversari – sempre bravi a far giocare male le proprie rivali – ma molto per demerito di Corvi e compagni che, inspiegabilmente dopo il doppio vantaggio si sono chiusi su se stessi, in difesa, ad aspettare. Troppo poco per vincere a questi livelli!
 
I quasi 2’ in 5 contro 3 non sfruttati
nel secondo periodo, quando si era ancora sull’1-0 in nostro favore, gridano vendetta. E, a conti fatti, rappresentano il punto di svolta del match e dell’intero Mondiale. Segnare in quel momento, anche solo una rete, avrebbe dato un altro volto all’incontro, ancora di più del 2-0 giunto poi grazie a Herzog. Quella resistenza arcigna e gagliarda, infatti, ha dato fiducia alla Germania che, nonostante il doppio svantaggio, non si è disunita e i risultati si sono visti.
 
Certo, non aver sfruttato neanche il vantaggio ai rigori mette ancora più carne sulla brace e gira il coltello nella ferita, ma è altrettanto vero che quando l’estremo difensore germanico è riuscito a deviare con l’ultimo centimetro disponibile del bastone il rigore di Hofmann… si era capito che il destino ci aveva voltato le spalle.
 
E così è stato. Un peccato perché fin qui la Svizzera ci aveva emozionato, ci aveva unito e ci aveva fatto sognare. E proprio per quello, forse, rende quest’eliminazione ancora meno accettabile.

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