Sport, 18 maggio 2021

Copenhagen 2018, maledetti rigori!

LUGANO - I sogni e le speranze si spezzano contro la Svezia. Come nel 2013. La squadra delle Tre Corone è la nostra bestia nera. Un avversario duro, rognoso; difficile da abbattere. Ma stavolta i rossocrociati ci vanno vicinissimo: per lunghi tratti la finalissima dei Mondiali del 2018 è controllata dalla Svizzera, che riesce a imbrigliare la manovra degli scandinavi e si porta per ben due volte in vantaggio. È sballo puro, il telecronista della RSI è come impazzito: urla, grida, che entusiasmo e che passione!


I ragazzi di Patrick Fischer non mollano un centimetro. Gli svedesi, diretti dall`attuale tecnico dello Zurigo Rikard Grönborg, ci capiscono poco. Solo nel terzo periodo pareggiano i conti. Poi nei supplementari (a 4 contro 4) Fiala ha il golden goal sul bastone ma purtroppo è stanco e la lucidità viene meno. Poi Ekholm colpisce il palo e Genoni si salva miracolosamente. L`attuale portiere dello Zugo è uno degli eroi della serata ma si potrebbe dire di tutto il Mondiale. Il migliore dei nostri.


In pista c’è anche Michael Fora, che coach Fischer schiera al fianco di Müller. Sembra un veterano. Personalità e sicurezza da
vendere. Ai rigori, ahinoi, gli svedesi, forse più abituati a gestire queste situazioni, la spuntano: segnano Ekman-Larsson e Forsberg, per gli elvetici solo Andrighetto.


La Svizzera lascia la pista fra le lacrime e la delusione, ma quella medaglia d’argento pesa tantissimo e vale oro. Perdere così fa male, anche se l`avversario si chiama Svezia, la detentrice del titolo. I rossocrociati hanno finalmente ritrovato sé stessi; dopo la delusione dei Giochi Olimpici, Patrick Fischer si è preso la sua bella rivincita contro coloro che lo avevano criticato in modo anche cattivo per le controprestazioni coreane dei suoi.


Scriveva allora un nostro collega: “La differenza rispetto a Stoccolma (Mondiali del 2013, ndr) contro una Svezia trascinata dai gemelli Sedin, è che questa squadra ha giocato per lunghi tratti da grande, con coraggio, personalità e consapevolezza dei propri mezzi. Patrick Fischer? È stato bravo a compattare il gruppo del campionato svizzero con le star della NHL, trovandosi fra le mani una squadra capace finalmente di lottare sino in fondo e non per puro caso o sorteggi fortunati”.

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