Sport, 18 maggio 2021
Quel sogno vanamente rincorso...
LUGANO - Il bel gioco è sempre stato un obiettivo del presidente Angelo Renzetti. Sin dal suo esordio sulla scena calcistica bianconera ha messo in primo piano “l’ottenimento del risultato attraverso il gioco”. Fu per questo che non lesinò critiche a Marco Schällibaum nel disgraziatissimo anno della mancata promozione (2011): malgrado una classifica sontuosa (+14 sul Losanna terzo), Renzetti non apprezzava il modo con cui la squadra faceva punti. Alla fine, cacciò l`ex rossocrociato. Anni dopo, il presidente puntò su Zdenek Zeman, il profeta di Zemanlandia, il creatore del fenomeno Foggia. Rimase un anno ma non lasciò grandi rimpianti. Insegnò a Bottani a stare in campo, fece crescere alcuni giocatori improbabili (Vesely) ma alla fine i

risultati non arrivarono e il gioco bramato dal presidente non si vide quasi mai.
Ma il numero 1 luganese non si è mai perso d`animo ed ha continuato la ricerca del suo profeta, dell`uomo che lo facesse divertire. Manzo, Tramezzani, Tami, Abascal, Celestini e Jacobacci, chi più chi meno, hanno puntato su un calcio pragmatico ed efficace, che rispondesse alle esigenze di un club che ha fatto della salvezza una sorta di scudetto stagionale. Ma pur riconoscendo i meriti ai suoi collaboratori, il presidente avrebbe voluto un altro Lugano. Più bello, più votato all’attacco e meno sparagnino.
Quel sogno sinora vanamente rincorso un giorno si avvererà? E intanto Angelo sta spulciando la rosa dei papabili alla successione di Jacobacci...