LUGANO - Il leventinese Gianluca Mona (classe 1979) conosce benissimo il nuovo head coach del Lugano Chris McSorley. Dal 2006 sino ad inizio 2010 ha difeso la porta del Ginevra disputando anche una finale per il titolo nel 2008 quando, appunto, in panchina c’era il tecnico canadese, allora padre-padrone (e per alcuni despota) del club granata.
“Con Chris ho trascorso gli anni più intensi della mia carriera sportiva – ci ha detto nei giorni scorsi al telefono l’ex portiere – alcuni dei quali sono stati fantastici. A quei tempi Ginevra viveva una vera e propria febbre dell’hockey e Chris aveva contribuito ad alimentarla con iniziative molto azzeccate, come ad esempio la visita agli sponsor o alle scuole da parte dei giocatori. Durante la sfida contro i Lions i bus e i tram della città giravano con i colori della società ginevrina. E se l’hockey è riuscito a superare il calcio, beh, il merito era principalmente delnordamericano. Aveva creato dal nulla una identità hockeistica”.
Gianluca ha conservato un buon rapporto con il canadese. Sino allo scorso anno, prima della pandemia, i due si trovavano frequentemente. “Delle belle rimpatriate, a cena o a pranzo. Con lui ho mantenuto i contatti, anche se riconosco che in pista non erano tutte rose, anzi…”.
Racconta Mona: “Lui è stato certamente il miglior tecnico che io abbia mai avuto. Una vera e propria enciclopedia dell’hockey. Dei giocatori svizzeri, poi, conosceva ogni dettaglio. Con il canadese ho imparato tantissimo e per questo lo ringrazio. Tuttavia negli ultimi due anni trascorsi a Ginevra, quelli sanciti da un regolare contratto, non mi ha trattato benissimo. Siccome reputava Stephan e Conz i due titolari, mi ha lasciato fuori senza troppi complimenti. Non potevo più entrare alla pista e andare sul ghiaccio. Una sorta di mobbing. Poi però me ne andai a Losanna e la situazione con McSorley si appianò,