Sport, 31 dicembre 2020

GALLERY – Da Kobe a Maradona, fino a Paolo Rossi: un 2020 nefasto per lo sport

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Termina oggi un anno davvero da dimenticare e che, purtroppo, passerà alla storia

LUGANO – Difficilmente dimenticheremo l’anno che questa sera ci lasceremo alle spalle. Difficilmente dimenticheremo il 2020: 366 giorni che resteranno nella nostra mente per la pandemia, per il lockdown, per le mascherine che ancora ora indossiamo, per le distanze sociali che dobbiamo rispettare ormai da 9 mesi e per le tante difficoltà che abbiamo e stiamo affrontando.
 
Se ne va un anno contraddistinto, ahinoi, da un numero incredibile di morti, e molti di noi sono stati toccati da vicino dalla dipartita di un nostro caro, di un amico, di un conoscente – a causa del Covid o meno – o anche solo di un personaggio pubblico a cui eravamo legati. Anche il mondo dello sport ha versato lacrime amare, lacrime tristi, lacrime di morte.
 
Fin da gennaio, quando ci ha lasciati – in seguito
a un incidente in elicottero Kobe Bryant – passando per alcuni miti del passato, come l’ex pilota di Formula 1 Stirling Moss, passato alla storia per aver vinto ben 16 GP senza mai laurearsi campione del Mondo, fino ad arrivare a un’ultima parte dell’anno bisestile davvero tragico: prima la dipartita di Diego Armando Maradona, il D10S del calcio, poi quella di Paolo Rossi, mattatore del Mundial ’82, spirato per un brutto male.

Senza dimenticare il lutto che ha colpito lo sci alpino e in particolare la Svizzera e il nostro Ticino, quando una lunga malattia ci ha portato via l'indimenticabile Doris De Agostini.
 
E non sono gli unici: davvero un anno difficile da dimenticare e che, volenti o nolenti, resterà nei libri di storia che verranno studiati dai nostri successori.
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