LUGANO – Alla fine ci pensa sempre e ancora Tim Heed. Così come era successo a Bienne, nella partita che aveva sancito il ritorno alle competizioni del Lugano dopo la quarantena di squadra, ancora una volta è toccato al roccioso e tecnico difensore mettere la firma sulla terza vittoria stagionale dei bianconeri nei derby di regular season. (3-2 all’overtime)
Un derby vero, un derby quasi da playoff, giocato con le unghie e con i denti da entrambe le compagini, alla faccia della stanchezza, della mancanza di condizione fisica e del Covid. Certo, il Lugano ha dovuto anche soffrire un Ambrì non solo partito meglio, ma anche capace di rimontare due volte il vantaggio dei sottocenerini: a Wolf – alla seconda rete in campionato proprio contro l’Ambrì – ha risposto l’autorete di Heed, che ancora una volta come a Zugo ha deviato un appoggio dalla blu (sfortunatamente) alle spalle di Schlegel, a mettere una pezza al solito polsino di Fazzini ci ha pensato Zwerger.
Per il Lugano questi sono 2 punti davvero importanti e pesanti, non tanto e solo per la classifica, che resta sempre illegibile e complicata da decifrare, ma soprattutto per il morale: dopo il cappotto di Zugo, dopo il difficile momento legato al Covid, in queste settimane tutto ciò che Arcobello e compagni riusciranno a mettere in cascina sarà vero e proprio oro colato.
Dall’altra parte l’Ambrì fa ritorno in Leventina con 1 punticino e con un po’ di rammarico: l’occasione sprecata in apertura da Kostner e il palo centrato da Rohrbach gridano vendetta, ma Cereda può sorridere: la brutta squadra vista contro il Langnau e il Bienne sembrerebbe solo un brutto e lontano ricordo, ma ora… è arrivato il momento di fare punti. Anche quando Nättinen non riesce a metterci la firma. A proposito… è abbastanza incredibile come il bomber dei leventinesi non sia mai riuscito ad andare a bersaglio fin qui contro il Lugano.