Indennizzati per non aver potuto lavorare, pur non avendo il diritto di risiedere o lavorare in Svizzera. La chiusura parziale delle attività economiche causata dalla pandemia di Coronavirus colpisce in particolare i clandestini, i quali non avendo diritto di risiedere in Svizzera non possono percepire sussidi di disoccupazione o altre prestazioni sociali per sopperire alla mancanza di lavoro.
Una situazione i cui effetti si sono visti in particolare a Ginevra, dove in queste settimane migliaia di persone, in gran parte clandestini, hanno fatto la fila per ore allo stadio di hokey di "Les Vernets" per ricevere un sacchetto di alimenti. Immagini che hanno scosso e fatto riflettere non solo la Svizzera ma che hanno fatto il giro del mondo e danneggiato l'immagine di Ginevra come città dell'ONU e della diplomazia e di importante e prospero polo bancario.
Per evitare un ulteriore peggioramento della situazione (o detto altrimenti, un allungamento della fila di clandestini), le autorità ginevrine, invece di applicare la legge che impone l'allontamento di queste persone illegalmente presenti in Svizzera, ha presentato una legge di emergenza per indennizzare le persone che hanno perso il lavoro tra il 17 marzo e il 16 maggio e non hanno diritto di ricevere sussidi di disoccupazione o prestazioni sociali. Una legge che è praticamente fatta su misura per i clandestini. Il risarcimento verrà versato una volta ed è destinato a coprire