Svizzera, 23 maggio 2020
Asilante a processo con l'accusa di aver ucciso il figlio e ustionato un’anziana
L’atto d’accusa fa rabbrividire. Un 35enne e sua moglie, entrambi congolesi, sono accusati dalla procura vodese di aver brutalmente picchiato il loro figlio per cinque lunghi mesi, fino a provocarne la morte. Gli hanno scosso la testa, spaccato entrambe le braccia, provocato varie emorragie, fino all’ultimo colpo, quello che ha causato il decesso del piccolo, pochi giorni prima di quando avrebbe dovuto festeggiare il suo primo compleanno. Era il 16 gennaio 2017. Una perizia ha poi evidenziato che si trattava di ferite “inflitte”. Nelle violenze subite dal neonato non vi era stato nulla di accidentale.
L’uomo fu arrestato solo oltre un anno dopo il decesso del neonato, a seguito di un altro episodio avvenuto in una casa per anziani, dove lavorava come assistente di cura. Il congolese, secondo l’atto d’accusa, aveva volontariamente

provocato gravi ustioni a una 92enne malata di Alzheimer obbligandola a fare una doccia eccessivamente calda. La povera anziana si era messa a urlare, allertando così il personale, ma le ustioni riportate ne avevano messo in pericolo la vita. Da allora il congolese si trova in detenzione provvisoria.
Come riporta Le Matin, il processo alla coppia si aprirà il prossimo 2 giugno a Losanna. I due coniugi sono entrambi al beneficio di un permesso F (ammissione provvisoria in attesa di rinvio). L’uomo dovrà rispondere delle accuse di assassinio, lesioni corporali gravi e lesioni corporali semplici qualificate. La donna di omicidio colposo, lesioni corporali gravi e lesioni corporali semplici qualificati. Inoltre è accusata di aver ricevuto e diffuso via WhatsApp tre video di atti sessuali con fanciulli e due video ei estrema violenza nei confronti di bambini.