Il volto di miss Kim è apparso sulle televisioni di tutto il mondo in occasione delle Olimpiadi invernali del 2018 a Pyeongchang, in Corea del Sud. Al di sotto del 38esimo parallelo, la donna ha incontrato il presidente sudcoreano Moon Jae In ed è stata fotografata insieme al vicepresidente americano Mike Pence. Nell’occasione, Yo Jong faceva le veci del fratello, del quale si pensa sia l’artefice della strategia comunicativa, tanto in patria quanto all’estero.
Con il passare degli anni la sorella di Kim ha scalato diverse posizioni all’interno del sistema politico nordcoreano, fino a diventare alto funzionario del Comitato centrale (marzo 2014), direttrice del Dipartimento per l’agitazione e la propaganda del partito (luglio 2015) e membro supplente dell’ufficio politico (2017). Secondo alcune indiscrezioni Kim Yo Jong rivestirebbe anche una carica vice ministeriale non meglio specificata.
L'infanzia e gli studi in Svizzera
È difficile ricostruire la vita di Kim Yo Jong, protetta da un alone di mistero proprio come tutti i membri reali della famiglia Kim. Nella sua biografia si intrecciano miti e leggende degne delle migliori agiografie. Voci e notizie gonfiate dalla propaganda rendono il racconto della vita di miss Kim un vero e proprio rebus.
Innanzitutto non conosciamo con certezza la sua data di nascita. Nella versione più diffusa – quella dell’intelligence sudcoreana – si ipotizza che possa esser nata a Pyongyang il 26 settembre del 1987; altri parlano del 1988 mentre altri ancora, tra cui il dipartimento del Tesoro americano, del 1989.
A detta di Anna Fifield, caporedattrice dell’ufficio pechinese del Washington Post ed esperta di affari coreani, miss Kim trascorre l’infanzia in una prigione dorata assieme al futuro presidente Kim Jong Un, e all’altro fratello, Kim Jong Chol, lontana dalla carestia che in quegli anni si stava abbattendo sulla Corea del Nord. I tre vivono isolati dal resto del mondo tra un compound di Pyongyang e la località balneare di Wonsan, senza amici e senza alcun contatto con il fratellastro Kim Jong Nam.
Una volta cresciuta, sempre assieme ai fratelli maggiori, vola in Svizzera. Nel cuore dell’Europa, a Berna, frequenta la scuola elementare Liebefeld-Steinholzli con lo pseudonimo di Pak Mi Hyang. Kenji Fujimoto, uno chef giapponese che ha lavorato per anni nella famiglia Kim, ha svelato che in quegli anni Kim Jong Il era solito chiamare la figlia “dolce Yo Jong” o anche “principessa Yo Jong”.
Il ritorno a Pyongyang
Yo Yong potrebbe aver soggiornato in Svizzera dal 1996 al 2000. Anche qui c’è discordanza sulla data di rientro a Pyongyang, visto che alcune fonti collocherebbero il suo ritorno in patria nel 2001, dopo aver completato la prima media. Niente sappiamo invece dei tempi del liceo.
Nel 2002 il padre, Kim Jong Il, dichiarava con orgoglio agli interlocutori stranieri che la figlia più giovane era molto interessata alla politica e che sognava una carriera nel sistema politico della Corea del Nord.
In ogni caso, tornando alla formazione della sorella di Kim, Yo Jong sembrerebbe aver completato corsi di studi speciali alla Kim Il Sung University, sempre a Pyongyang,dove avrebbe frequentato la facoltà di informatica.Nel 2007 avrebbe conseguito la laurea proprio in informatica e, in quello stesso anno, sarebbe anche entrata a far parte del Partito dei Lavoratori di Corea.
In un’altra versione, Yo Jong sarebbe tornata in Europa nel 2004 per completare i corsi universitari dopo
la morte della madre Kim Yong Hui.
L'"Ivanka nordcoreana"
Inizia così la scalata di miss Kim: prima come stretta collaboratrice del padre, poi braccio destro di Kim Jong Un. Nel 2011, con la morte di Kim Jong Il, avrebbe contribuito a pianificare l’ascesa di Kim Jong Un alla posizione di leader supremo.
Da qui in poi, la donna appare sempre più spesso al fianco del fratello maggiore, tanto che vari media la soprannominano “l’Ivanka nordcoreana” per l’influenza che avrebbe su Kim, al pari di quella che Ivanka Trump avrebbe sul padre Donald.
Poco o nulla conosciamo della sua vita privata. Secondo alcune fonti sarebbe sposatacon il figlio di Choe Ryong Hae, segretario del partito nordcoreano; i due avrebbero un bambino. C’è tuttavia chi sostiene che Yo Jong sia nubile e chi, ancora, racconta di una presunta storia d’’amore tra la sorella di Kim e una guardia del corpo. L’indiscrezione non è ovviamente stata confermata o smentita.
Una posizione di rilievo
La sua prima apparizione pubblica sui media nordcoreani risale alla fine del 2011, in occasione del funerale di Kim Jong Il. Da lì in poi si sarebbe occupata di proteggere e promuovere l’immagine di suo fratello. Il suo obiettivo? Fare in modo che Kim Jong Un si presenti agli occhi dell’opinione pubblica come un leader forte e che tutto, all’interno del Paese, funzioni senza intoppi.
Yo Jong acquista sempre più peso all’interno del sistema nordcoreano. È lei ad accompagnare il fratello in vista dei due storici vertici tra Kim Jong Un e il Donald Trump. Ed è sempre lei a presenziare in tribuna a Pyeongchang per le Olimpiadi invernali.
Nel marzo 2020 i media nordcoreani riportano le sue prime dichiarazioni pubbliche. In quella circostanza, e in riferimento alle proteste di Seul in seguito a una esercitazione militare effettuata da Pyongyang, miss Kim definisce la Corea del Sud “un cane spaventato che abbaia”.
Nel giro di pochi giorni Yo Jong passa a elogiare pubblicamente Trump per una letterainviata dall’inquilino della Casa Bianca a suo fratello. Nella missiva The Donald esprimeva due concetti: la speranza che Corea del Nord e Stati Uniti mantenessero buone relazioni e l’eventuale aiuto americano per contrastare la pandemia di Covid-19.
L'erede di Kim Jong Un?
Le misteriose condizioni di salute di Kim Jong Un hanno spinto alcuni analisti a ipotizzare possibile il passaggio del potere dall’attuale presidente a Yo Jong. Le opinioni sono discordanti. In caso di morte dell’attuale leader, la sorella minore potrebbe essere una delle alternative anche se questa ipotesi non è scontata.
Gli esperti sono divisi. Per Youngshik Bong, ricercatore presso l’Istituto di studi nordcoreani della Yonsei University di Seul, “Kim Jong Un è chiaramente pronto a permettere a sua sorella di diventare il suo alter ego“.
Bisogna tuttavia ricordare, come sostiene Leonid Petrov, dell’International College of Management di Sidney, che “la Corea del Nord è un Paese confuciano in cui l’anzianità e la mascolinità sono rispettate”. Quindi “Kim Yo Jong è l’alleato più fidato di Kim Jong Un, ma niente di più”.
Il direttore del Soas China Institute di Londra, Steve Tsang, è più dubbioso: “Non è uno scenario impossibile ma l’establishment nordcoreano è molto vecchio stile e soprattutto molto sessista, e dover servire una donna potrebbe non piacere a molti di loro”. Infine, per Robert Collins, che da più di 40 anni analizza la Corea del Nord, Kim Yo Jong sarebbe temuta e rispettata da tutti i funzionari del partito.
Federico Giuliani / insideover.it