Ticino, 08 aprile 2020

Un orario nei negozi per gli over 65 e la fasce a rischio

Cambia poco o nulla. Per la settimana che va dal 14 al 19 aprile, il Consiglio di Stato con una nuova risoluzione conferma all’incirca le chiusure di tutte le attività commerciali, con le solite eccezioni e aggiungendovi attività svolte singolarmente, dunque senza contatto, e della cura del verde (senza costruzioni).

Un tema molto dibattuto era quello del divieto agli over 65, questa volta il Governo riserva loro una fascia oraria per fare acquisti di beni di prima necessità che non vengono consegnati a domicilio o portati dai servizi comunali.

Dunque vengono confermate le chiusure di: tutte le attività commerciali e produttive private, compresi tutti gli esercizi della ristorazione, strutture che offrono servizi alle persone con contatto corporeo anche a domicilio e le strutture ricreative e per il tempo libero ad eccezione di “servizi di distribuzione di cibo, compresa la consegna a domicilio; è esclusa la possibilità d'ingresso dei clienti nei locali; mense sociali senza scopo di lucro, mense negli ospedali e nelle case di cura, case anziani e scolastiche non aperte al pubblico; mense aziendali non aperte al pubblico; punti vendita di generi alimentari e di prima necessità; punti vendita di articoli medici e sanitari; farmacie e drogherie; chioschi; stazioni di servizio per l'approvvigionamento dei veicoli con carburante; banche; uffici e agenzie postali; funerali nella stretta cerchia familiare”, nel rispetto delle norme igieniche.

Gli alberghi che dispongono di un'autorizzazione alla gerenza per un numero superiore a 50 persone sono autorizzate a tenere aperto solo se ospitano al massimo 50 persone, personale compreso, limitando il servizio di ristorazione agli ospiti, mentre possono restare operative le strutture sanitarie, socio-sanitarie, studi e strutture di professionisti della salute, servizi SACD che erogano prestazioni urgenti e necessarie come definito dal Medico cantonale e non procrastinabili a data successiva rispetto al divieto. Possono rimanere operativi asili nido e servizi simili necessari, così come pure i servizi a sostegno della popolazione anziana o bisognosa, incluse le badanti”. Garantito il lavoro della selvicoltura, mentre i cantieri restano chiusi, anche se lo Stato maggiore cantonale di condotta (SMCC) può concedere deroghe nel caso in cui esista un'evidente urgenza o preminente interesse pubblico. Si può ovviamente lavorare da remoto, gli uffici non possono essere
aperti al pubblico e sono per contro garantiti servizi di picchetto e di riparazioni, sono consentiti i trasporti, le professioni legate all’informazione, quelle delle aziende della filiera socio-sanitaria, chimico-farmaceutica, medicale e alimentare e alcuni compiti presso le case di spedizione.

Lo Stato maggiore cantonale di condotta può concedere una deroga a industrie che sottostanno all'art. 5 della legge federale sul lavoro nell'industria, nell'artigianato e nel commercio del 13 marzo 1964 oppure altre industrie che, per attività non procrastinabili o di interesse pubblico, intendono impiegare contemporaneamente a regime ridotto 100 meno persone e che certificano il rispetto delle norme emanate dall'Ufficio federale della sanità pubblica. Tutte le attività devono essere svolte nel rispetto delle norme igieniche accresciute e di distanza sociale. Lo SMCC può consultare i rappresentanti delle associazioni di categoria e dei sindacati. La novità riguarda appunto “attività svolte singolarmente senza la presenza di altre persone e senza contatto con il cliente, escluse le attività sui cantieri chiusi di cui al punto 6 e le strutture accessibili al pubblico” e l’ “attività per la cura del verde, esclusa la costruzione, svolte da 5 o meno persone senza contatto diretto con il cliente”.

Lo Stato maggiora cantonale vigila sullo svolgersi del lavoro con il supporto delle Polizie, siano essi cantonali o comunali.

Un’altra ordinanza, appunto, riguarda la popolazione over65. La richiesta per loro e per le fasce particolarmente vulnerabili è di rimanere a casa (ma ciò vale per tutti), di muoversi solo per necessità mediche o per inderogabili impegni di lavoro, chiedendo di ricorrere il più possibile all’aiuto di parenti e servizi comunali.

Quel che c’è di nuovo è il punto 4: “Si invita la popolazione a lasciare a disposizione delle persone che hanno compiuto 65 o più anni e delle altre persone considerate particolarmente a rischio l'accesso ai negozi di generi alimentari nella fascia oraria mattutina fino alle ore 10.00 per acquisti di necessità che non vengono fatti tramite i servizi comunali o la consegna a domicilio”. Il divieto è dunque attenuato, si inserisce, come richiesto da più parti, una fascia oraria dove le fasce vulnerabili e gli over 65 possono fare la spesa. 

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