Mondo, 04 gennaio 2020
Anche internet è 'nemico' dell'ambiente: ecco quanto si inquina online
Si dibatte spesso, volentieri o meno, di emergenza climatica in questi ultimi anni. Ma c’è un aspetto altamente trascurato. Ne parla approfonditamente Alberto Trivero di Ememory.it, che porta alla luce l’impatto ambientale di internet. Un impatto devastante, invisibile ma che con i suoi 4 miiardi di utenti connessi ha raggiunto – e superato – la produzione di CO2 del traffico aereo. ‘Colpa’ di email, messaggi WhatsApp, ricerche su Google, file salvati in svariati server. Tutto, e molto altro, di quanto citato produce inquinamento.
È un inquinamento – scrive Trivero sul suo blog – nascosto ai nostri occhi, che avviene – va detto – a migliaia di chilometri di distanza
da noi. Server, data center, router e chi più ne ha più ne metta produce inquinamento. Strano, forse impensabile, ma vero. Su ememory però non si bada al sottile e vengono esposti alcuni dati significativi.
Premessa: la materia è complessa e una risposta precisa e comprovata è difficile da fornire. Secondo quanto scritto da Mike Berners-Lee, ricercatore inglese, un’email produce 4 grammi di CO2, una ricerca su Google tra i 0.2 e 7 grammi di CO2, mentre guardare 10 minuti di video ‘costa’ 35g di CO2. Solo prendendo a campione le e-mail che una piccola azienda riceve e invia, si producono circa 1650 grammi di CO2, il corrispettivo di 16 chilometri con un’auto a benzina.