Sport, 24 dicembre 2019

Gli Oscar e i Tapiri al calcio ticinese

LUGANO - Immancabile, attesa, provocante, dirompente… Fate voi. Anche quest’anno sotto le feste torna la rubrica degli Oscar e dei Tapiri al calcio ticinese, lanciata ormai più di 8 anni fa. Altri hanno tentato di copiarla ma il successo non è stato uguale. Pensate ad una redazione inondata da lettere d’insulti o il centralino tempestato di chiamate di protesta (ma pure di elogi)…

Anche quest’anno, si diceva prima, sotto a chi tocca. A guardar bene, per altro, i protagonisti nel bene e nel male sono poi sempre (o quasi) i soliti. In verità il nostro movimento non se la passa benissimo: le polemiche per il Team Ticino, la vicenda dei “bonus” di formazione, la situazione sportiva non esaltante del Chiasso e del Bellinzona (che avrebbero dovuto e potuto fare meglio) e le continue intemperanze sui campi del calcio regionale è decisamente materia su cui riflettere. E in queste ore si sta decidendo anche il destino del Football Club Lugano, che sino a qualche giorno fa sembrava sicuro di finire in mano anglo-scozzesi e che invece, con ogni probabilità, resterà del presidentissimo Angelo Renzetti.

Ecco: se proprio vogliamo nel 2019 che sta per finire dal club sottocenerino sono arrivate le cose migliori con la seconda qualificazione in tre anni all’Europa League. Complimenti! E allora fiato alle trombe e buona lettura con gli Oscar e i Tapiri, sperando che riescano, ancora una volta, a colpire nel segno. Per proteste o insulti, pregasi astenersi…

TOP

FC Lugano
Un 2019 decisamente buono, grazie alla riconquista dei gironi di Europa League. Merito di un gruppo solido, difensivamente efficace, e della velocità d’esecuzione dei suoi attaccanti. Manca sempre una prima vera punta ma Fabio Celestini si ritrova fra le mani un Carlinhos Junior formato extra lusso. Per la prima parte dell’anno solare, il Lugano si merita una nota alta, vicino al 6. Poi parecchie amnesie prima dell’arrivo di Mister Jaco.

Angelo Renzetti
Il presidente si conferma grande conoscitore di calcio. E il Lugano della prima parte dell’anno e di questo inizio d’inverno è decisamente una delle squadre migliori della Super League. Azzecca il cambio di allenatore in un momento in cui non era facile effettuarlo, visto che la squadra era con Fabio Celestini. Rimbrotta i suoi quando è necessario e, se serve, bacchetta anche la piazza, indifferente ai sacrifici da lui compiuti. Angelo Renzetti meriterebbe, diciamolo suvvia, un’altra platea. A Cornaredo, purtroppo, ci vanno sempre in pochi…E se un giorno dovesse stancarsi?

Vladimir Petkovic
Malgrado gli attacchi del Blick, nonostante la diffidenza della stampa (più in generale) nei suoi confronti, l’ex giocatore del Bellinzona e del Locarno ottiene i risultati che l’ASF gli chiede: arriva nella final four di Nations League e qualifica la Svizzera agli Europei itineranti del prossimo anno. Un altro fiore all’occhiello per il nostro commissario tecnico, che dopo averci portato agli Europei di Francia e ai Mondiali di Russia, ottiene il terzo “passe” consecutivo ad una rassegna internazionale. Umile, coerente e deciso, Vlado attende ora il rinnovo del contratto. Speriamo che i nostri dirigenti non commettano l’errore di farselo scappare. Evitando magari di farsi influenzare dal solito giornale da boulevard…

Maurizio Jacobacci
Chiamato in fretta e furia a Cornaredo mentre dirigeva l’AC Bellinzona, l’ex allenatore del Sion dimostra in poco tempo realismo, concretezza e doti di psicologo non comuni. Con lui molti giocatori ritrovano la serenità perduta, altri riscoprono ruoli che con Celestini era stati cambiati. Il bilancio del bernese sulla panchina bianconera è di 11 punti in 6 partite. Più che buono e che lascia ben sperare per la fase finale della stagione, nella quale Angelo Renzetti spera ancora di raggiungere l’Europa League.

Noam Baumann
Ricordate due anni fa quando venne buttato nella mischia? I giudizi sul giovane portiere furono subito molto negativi. Con un Da Costa decisamente sotto tono, Baumann dovette quasi per forza diventare titolare. Da allora la sua crescita è stata costante ed esponenziale, tanto che è ormai diventato un punto fermo del Lugano odierno. E intanto le voci di mercato sul suo conto continuano a circolare con una certa frenesia e assiduità (il Basilea pare lì, in pole position, pronto a sottoporgli un ottimo contratto). Affaire a suivre, come direbbero i francesi…

Antonio Marchesano
Il fantasista cresciuto nelle file del Bellinzona è uno dei punti fermi dello Zurigo, squadra che ha chiuso la prima parte del massimo campionato al quarto posto, un piazzamento per certi versi sorprendente. Grazie alla sua intelligenza tattica e ai suoi assist, il centrocampo di Ludo Magnin è uno dei più efficienti di Super League. Antonio ha inoltre segnato 4 reti, un bilancio più che dignitoso e che potrà essere migliorato in primavera. Gli infortuni e la sfortuna sono ormai alle spalle, il numero 10 biancoazzurro è con il vento in poppa!

Valerio Jemmi
Zitto zitto, quatto quatto, il buon Valerio, granata DOC nonché umile insegnante di calcio, prende in mano il Bellinzona quando Maurizio Jacobacci viene chiamato al capezzale del Lugano per sostituire il reprobo Celestini. Il compito sembra immane: ridare fiducia ad una squadra che era partita con l’intenzione di salire di categoria e che invece si ritrova ad una quindicina di punti dalla capolista. E lui, senza battere ciglio e con modestia riesce nel difficile compito. Al punto che la dirigenza decide di rinnovargli il contratto anche per il girone di ritorno. Il traghettatore diventa insomma titolare assoluto. Bravo Jemmi!

Luca Piccolo
Nota massima per il giovane
arbitro bellinzonese, il più giovane di Swiss Football League, che dirigendo la partita Thun-Lucerna del 5 ottobre scorso fa il suo esordio nel massimo campionato svizzero. E lui ci scherza pure sù: “Non sono finito sui mass media per qualche errore clamoroso, per cui direi che la prima è stata buona”. Non sappiamo ancora se sarà il nuovo Busacca, ma di certo le prospettive sono ottime. La stoffa bel buon arbitro c’è.

FLOP

Team Ticino
Stucchevole, noioso e decisamente negativo per l’immagine del calcio ticinese, “il contenzioso” Team Ticino è una lotta di potere conclamata fra il Lugano e il Chiasso da una parte e il Bellinzona, rimasto solo, dall’altra. I bianconeri, fiancheggiati dal club rossoblù, sbandierano al vento la loro forza sportiva ed economica per far valere i propri diritti, i granata chiedono rispetto delle regole e delle minoranze. Ma non solo: le due società storicamente più importanti del Cantone sono alle prese con una vertenza giudiziaria per via dei bonus di formazione. La speranza che questa diatriba finisca al più presto. È già durata troppo.

AC Bellinzona
Partito con la dichiarata ambizione di essere protagonista e di provare a salire in Challenge League, dalla quale manca ormai dal 2013 (anno del fallimento) il Bellinzona sbaglia tutto nella seconda parte dell’anno. Dopo il tiramolla della conferma o meno del tecnico Luigi Tirapelle, l’ACB si affida a Maurizio Jacobacci ma combina poco nel torneo di Prima Promotion malgrado l’aiuto del procuratore sudamericano Pablo Bentancur, che inserisce alcuni giocatori della sua scuderia nella rosa granata. Davanti l’Yverdon viaggia a mille mentre Jacobacci, chiamato dalle sirene bianconere, lascia la truppa nelle mani di Valerio Jemmi. La situazione migliora, ma i buoi sono già fuggiti dalla stalla e la serie cadetta è già una chimera…

FC Chiasso
Dopo la salvezza targata Andrea Manzo, la società di affida a Stefano Maccoppi che dopo i risultati negativi della fase estiva viene scaricato per dare spazio ad Alessandro Lupi, ex giovanili del Milan. Ma i risultati non cambiano di molto, anche se i rossoblù piazzano un paio di colpacci. Insufficienti per altro per mutare un quadro tecnico decisamente allarmante. Al termine della prima fase di campionato, il Chiasso è infatti ultimo a 4 lunghezze dallo Sciaffusa. Inquietante. La società, intanto, continua ad essere un porto di mare: i continui arrivi e le continue partenze di giocatori non fanno bene alla squadra. E il pubblico e l’affetto diminuisce. Licenza in pericolo se lo stadio non subirà le attese modifiche. Scenari preoccupanti, insomma.

Kubilay Türkyilmaz
L’ex bomber granata e rossocrociato, opinionista dalle colonne del Corriere del Ticino, di Fuorigioco e dell’ineffabile Blick, quotidiano zurighese afferma che la partecipazione del Lugano all’Europa League non è una buona cosa per il calcio svizzero. Il club reagisce a mezzo stampa e lui smentisce di aver usato quei toni. Difficile credergli, anche se lui ci prova: a Fuorigioco tenta di “scagionarlo” (in modo del tutto improbabile) un giornalista del Blick. Kubi: stavolta hai toppato.

Fabio Celestini
Porta il Lugano in Europa League e si merita gli elogi del presidente e della critica. Dice, poi, di aver in mano una della squadre più forti mai dirette (luglio 2019). Ma il suo tempo è destinato a finire: si intestardisce tatticamente, cercando di snaturare il gioco del Lugano, e predica il bel calcio. E ad ogni sconfitta il mister romando inventa sempre una scusa e con i giornalisti diventa insofferente. Eppure ha il sostegno dello spogliatoio. Ma a novembre il presidente perde definitivamente la pazienza e lo caccia, malgrado qualche mese prima lo aveva dipinto “come uno dei migliori allenatori che io abbia mai avuto”. Via Celestini e dentro Jacobacci e il Lugano cambia marcia.

Calcio regionale
Continua ad essere una vera e propria palla al piede del nostro movimento. Aggressioni ad arbitri da parte di giocatori e dirigenti, scontri dentro e fuori il campo con gli avversari, genitori che insultano i direttori di gara (arrivando anche alle mani), sberleffi infine post partita addirittura con “carovane” di macchine nei paesi delle squadre rivali battute! Un vero far west, un calcio veramente “minore” che la nostra federazione, nonostante i proclami, non riesce più a controllare. Forse non ha torto chi tempo fa aveva provocatoriamente detto che chiudere baracca e burattini è la soluzione giusta!

Pubblico FCL
Ancora una media pubblico appena superiore alle tremila unità. Cornaredo è sempre più deserto e la colpa non è certo del Lugano, che in questi anni ha lavorato bene a livello societario, tanto da mantenere con regolarità il proprio posto in Super League e qualificarsi pure per due volte ai gironi finali di Europa League. Ma cosa vogliono di più i presunti tifosi? Angelo Renzetti, come detto, alla fine potrebbe anche stancarsi di tanta indifferenza. Gettare la responsabilità sulla TV è diventato un alibi da quattro soldi. Chi vuol bene alla squadra va allo stadio. Senza “se” e senza “ma”…

Valon Behrami
La sua spocchiosa polemica con Vlado Petkovic per la mancata convocazione in Nazionale nella scorsa estate lo squalifica in tutto e per tutto. Che sia stato un ottimo giocatore e che abbia dato molto ai nostri colori, è indubitabile. Ma il suo atteggiamento da “star” del pallone è fuori luogo.
Nemmeno Maradona si è mai permesso di criticare le scelte dei suoi allenatori.

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