Sport, 12 settembre 2019

Stadio vietato alle donne: si da fuoco per protesta e muore in ospedale. Orrore in Iran

Era stata punita con 6 mesi di reclusione per aver tentato di entrare comunque in uno stadio

TEHERAN (Iran) – A partire dal prossimo mese di ottobre anche in Iran le donne potranno assistere alle partite di calcio, in vista del Mondiale 2022, ma la decisione, che ha finalmente cancellato il bando completo delle donne agli eventi sportivi in cui competono gli uomini imposta per decenni dagli ayatollah, è giunta troppo tardi per salvare la vita a una giovane 29enne iraniana che in segno di protesta si era data fuoco ed è perita per la gravi ustioni.

“Sara”, questo il suo soprannome, nei mesi passati aveva tentato di andare contro questo divieto, ma venne arrestata. Seppur rilasciata poco dopo, venne condannata da un tribunale a sei mesi detentivi. Il motivo ufficiale è sempre rimasto poco chiaro.

In segno di protesta, Sara si cosparse di benzina e si diede fuoco, subendo lesioni potenzialmente letali che vennero curate in ospedale. Nei giorni scorsi, però, la sua battaglia
è giunta alla fine, quella più tragica: la 29enne è infatti morta in seguito al suo gesto disperato.

Stando ad alcuni testimoni “le autorità hanno messo a tacere la famiglia, bloccando loro l’accesso all’ospedale per motivi di sicurezza nazionale. Hanno detto che è morta lunedì, ma non è vero”.

Il tragico evento e il dolorosissimo epilogo della vicenda hanno colpito il Paese, tanto che le donne hanno ricominciato a protestare contro il divieto, ma anche i giocatori delle varie squadre hanno iniziato a reagire facendo sentire la loro voce: “Le generazioni future resteranno stupite nel sapere che alle donne è vietato entrare negli stadi”, ha sottolineato il capitano della nazionale, Masoud Shojaei.

L’Iran è attualmente l’unico Paese che vieta alle donne di partecipare agli eventi sportivi.

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