Sport, 05 settembre 2019
Coraggio e testa alta, Zurkirchen si racconta: “Io il dopo Elvis? Fiero ma nessuna paura. E sul mio trasferimento…”
Il neo portiere del Lugano, che quest’estate si è sposato, ha parlato del suo approdo in bianconero e di tutto ciò che lo aspetta, derby compreso…
LUGANO – Sicuramente non passerà inosservato: quando da quest’anno il Lugano scenderà in pista e a difesa della sua gabbia non ci sarà nessuno col numero 30 sulle spalle, forse a qualcuno scenderà una lacrima ripensando a Elvis Merzlikins, ma lo stesso lettone appartiene al passato. A quel passato che il Lugano non vuole cancellare, ma quantomeno superare, a dimostrazione del cambio effettuato quest’anno su tutta la linea: tra i pali della porta bianconera ci sarà un portiere che il Ticino lo conosce bene e che lo ha rivoluto con tutta la sua volontà, Sandro Zurkirchen.
“Sono contento di essere qui, non solo per la squadra che per me è molto forte, ma anche per l’organizzazione che ho trovato – ha spiegato – Tutti qui abbiamo il medesimo obiettivo e stiamo lavorando duramente per quello”.
Con l’arrivo di Stephan la tua permanenza a Losanna era ormai terminata. Eppure, nonostante tanti rumors, tanti ammiccamenti abbiamo dovuto aspettare molto per l’ufficialità. Ci racconti come è andata?
Non è stato molto facile per me: col Lugano ero in contatto da fine

gennaio-inizio febbraio. Gli incontri sono stati ottimi, avevamo già raggiunto un accordo: per me rappresentava un passo in avanti importante per la carriera. Poi ovviamente abbiamo dovuto aspettare che mi liberassi dal Losanna, ma questo ha richiesto tanto, tanto tempo. Per fortuna alla fine tutto si è risolto.
Il Ticino lo conosci bene per il tuo trascorso ad Ambrì: l’1 ottobre tornerai alla Valascia. Che accoglienza ti aspetti?
Sinceramente non lo so, non so cosa aspettarmi. Poi sappiamo bene che andremo ad Ambrì dove ci aspetterà una partita speciale, sentita da tutti, dai tifosi così come dalla squadra.
Arrivi a Lugano come sostituto di Merzlikins: bisogna avere coraggio per accettare un ruolo del genere sapendo cosa rappresentava Elvis per i tifosi bianconeri…
Non lo vedo come un peso superiore a quello vissuto in passato: sono andato a Losanna per giocare con Huet e poi ho preso il suo posto. Conosco la situazione, so quanto Elvis fosse importante per questo club, ma ora devo pensare solo al mio gioco, alla mia crescita per portare la squadra e aiutarla a vincere tutte le partite possibili.