Sport, 25 luglio 2019

“Io tennista ho giocato sotto effetto di eroina: Gesù non mi ha voluto sette-otto volte”

Stanno facendo scalpore in Italia le dichiarazioni rilasciate dall’ex tennista azzurro Roberto Palpacelli alla trasmissione “Quelli della Luna”. “Sono stato a un passo dalla morte”

ROMA (Italia) – In questa settimana ha preso il via una nuova trasmissione sui canali Mediaset in Italia, si chiama “Quelli della Luna” ed è condotta da Giampiero Mughini. Si parla di sport, di ricordi sportivi e la prima puntata ha subito lasciato il segno. Per “merito” delle dichiarazioni di Roberto Palpacelli, ex tennista azzurro, frenato nella sua ascesa dall’uso sconsiderato della droga.

“Non ho mai rubato per drogarmi, ma visto il ranking prendevo dei bei soldi dai tornei di tennis e così decisi di spendere tutto in droga – ha ammesso – I miei a un certo punto mi dissero che dovevo scegliere tra la strada e la comunità… scelsi la prima”.

Una scelta che, ovviamente, pagò a caro prezzo. “Mi svegliai diverse volte tra ambulanza e rianimazione. Dio non mi ha voluto, poi ho avuto problemi di alcol, vomitavo sangue e mi avevano dato due mesi di vita. Lì ho capito e mi sono detto che non volevo morire”, ha spiegato Palpacelli, che oggi fa l’allenatore
in un circolo sportivo ed è stato aiutato a uscire da quel mondo sconsiderato dalla compagna e dal figlio.

“Ho giocato sotto effetto di stupefacenti, in condizione pietose. Gesù non mi ha voluto per sette-otto volte, sono stato a un passo dalla morte, ma il tennis mi ha salvato”, ha continuato durante il suo racconto. “A 20 anni firmai un contratto con uno sponsor per 11 anni, avevo tutto gratis, ma non avevo una guida vera e mi sentivo smarrito”.

“Il tennis mi ha salvato perché giocare è come un dialogo, butti la palla di là, torna di qua, la rimandi di là. Mi ha tenuto in vita poter parlare con qualcuno attraverso una pallina. Ho avuto due o tre ricadute con l’alcol, ma non ho mai pregato per chiedere aiuto. Mi sembra egoistico. Io prego per ringraziare”.

Un racconto che difficilmente passerà inosservato, che racconta anche la fragilità di campioni che dentro di loro invece sono persone fragili e che rischiano di perdersi.

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