Sport, 01 luglio 2019

Quel vizio del… biscotto. Ecco il calcio bellezza

Il recente caso di Francia-Romania agli Euro-U21 ha (ri)acceso il dibattito

È bastato il presunto biscotto fra Francia e Romania agli Europei Under 21 che si sono conclusi ieri in Italia, per polemiche sulla regolarità (o meno) di alcune partite di calcio, o meglio: delle sfide in cui entrambe le contendenti non hanno nessuna voglia di farsi male o arrecare danni ai diretti avversari. Obiettivo: tener in piedi la causa comune. E cioè che hanno fatto transalpini e rumeni, ai quali bastava un pareggio per passare il turno e, indirettamente, fuori far l’Italia, che sperava nella vittoria dell’una o dell’altra per andare in semifinale. La partita è durata in pratica 45 minuti, il tempo di vedere qualche azione degna di nota; poi nella ripresa nessuno ha più avuto il coraggio di spingersi in avanti. Non si sa mai: basta un tiro sbagliato per mandare a monte i calcoli della vigilia. Un atteggiamento pragmatico? Da real…politik? Oppure irregolare e quindi da perseguire? Ha fatto sorridere l’opinionista di Rai Sport Andrea Agostinelli che dopo Francia-Romania (finita 0-0) ha parlato di “mancanza di rispetto verso il pubblico”. Fosse stata l’Italia al posto delle due squadre summenzionate, dubitiamo avrebbe manifestato lo stesso sdegno.

Siamo dell’opinione che questi risultati si debbano considerare “normali”: non ci sono trattative prima della partita ma taciti accordi di non belligeranza. Nessuna compra-vendita, nessun tentativo di corrompere l’avversario. Dunque lecito. Nella storia del calcio, ci sono state però anche clamorosi risultati dettati da vergognose combine poi ammesse anche dai protagonisti negli anni a seguire.

Ci viene in mente Argentina-Perù ai Mondiali del 1978. Per poter passare il turno ai danni del Brasile, la Seleccion comprò il portiere andino (Quiroga) e mise a segno le reti necessarie per andare in finale.

Proponiamo i casi più eclatanti di partite che hanno fatto scandalo nella storie del calcio internazionale. Dalla sindrome del “biscotto”, del risultato stabilito a priori perché utile alle due squadre in campo, alla vera e propria corruzione degli avversari. Roba vecchia come il calcio.

1978, la “marmelada” peruviana
Nel Mondiale vinto dall’Argentina sono molti i dubbi sulla legittimità del successo della squadra di casa. Gli unici a sorridere, oltre ai tifosi, sono i generali che tengono in mano il paese con il pugno di ferro (eufemismo). Poca gloria, insomma, e tantissimi sospetti di corruzione messa in atto in occasione della decisiva sfida fra i biancocelesti e il Perù. La partita di Rosario costituisce senza dubbio una della pagine più vergognose del calcio, conosciuta con il nome di “ marmelada peruviana”. Nel gruppo di accesso alla finale si affrontano l’Argentina e gli storici (e odiati) rivali del Brasile. Con il 3-1 inflitto dalla Seleçao alla Polonia qualche ora prima, contro il Perù alla squadra locale serve almeno una vittoria con 4 reti di scarto. Mica da ridere. Ma nei giorni precedenti la gara si parla soprattutto del portiere del Perù, Ramon Quiroga, argentino naturalizzato nato proprio a Rosario e con dei trascorsi nel Rosario Central. I giornalisti brasiliani temono una clamorosa “torta” e cosi è: Quiroga viene battuto per ben sei volte dagli attaccanti avversari. Incredibile ma vero: l’Argentina va in finale, per la grande rabbia del Brasile. Tanti anni dopo, in una intervista ad un quotidiano di Lima, il portiere ammise che “prima e durante quella partita avvennero cose strane”… Si disse, all’epoca, che la Junta militar avesse inviato in Perù una partita di autoveicoli pesanti per l’esercito peruviano e pure generi alimentari per la popolazione andina che viveva in povertà. Dicerie? Chissà…

1982, Germania-Austria: vergogna!
Qualcuno ancora oggi la ritiene la partita più scandalosa della
storia del calcio. Mondiali di Spagna 1982, stadio di Gijon, 25 giugno: vittima della combine architettata alla luce del sole da tedeschi e austriaci è l’Algeria. Trascinati da Madjer e Belloumi, gli africani sono la rivelazione del gruppo: hanno battuto Germania e Cile e perso dall’Austria. Alla squadra tedesca serve sola la vittoria per passare il turno; il pareggio o la sconfitta la condannerebbe ad una eliminazione umiliante. E l’Austria, già qualificata al secondo turno, lascia fare: cosi segna Hrubesch al 10′, e poi per 80 minuti è calcio accademico puro, una specie di melina. Un telecronista tedesco si rifiuta di proseguire la telecronaca mentre il suo collega austriaco invita gli spettatori a spegnere la televisione. Il pubblico spagnolo in tribuna grida “Fuori! Fuori!” mentre i supporters algerini sventolano banconote all’indirizzo dei giocatori in campo. La FIFA, patria della corruzione e del banditismo, si rifiuta di aprire un’inchiesta ufficiale, anche se in seguito ai fatti di Gijon, dai Mondiali del 1986 in Messico introduce la “contemporaneità” delle ultime partite del girone. Intanto però la bella Algeria di Madjer fu fatta fuori ignominiosamente.

Germania 1974, il derby alla DDR
Storica vittoria della Repubblica Democratica (???) tedesca ai danni della Germania Ovest durante la prima fase dei Mondiali organizzati proprio dai tedeschi di Bonn, due anni dopo le insanguinate Olimpiadi di Monaco. Davide che batte Golia, i poveri tedeschi dell’Est che vincono contro i colleghi milionari che giocano ad Occidente. E via discorrendo…. A decidere il confronto è il gol di Jürgen Sparwasser, un gol che entra di prepotenza nella leggenda dello sport, anche se in pochi si ricordano che quel giorno la squadra di Helmuth Schön fece bene i suoi calcoli e decise di non…giocare, in modo tale da favorire gli avversari in campo e di stare alla larga da una vittoria che l’avrebbe irrimediabilmente obbligata a giocare in un girone di ferro con Brasile e Olanda. Fu così che vinsero i “poveri cugini” e che la Germania Ovest finì nel girone di Monaco con le ben più abbordabili Jugoslavia, Svezia e Polonia. Una scelta che, alla fine, si rivelò pagante: la sconfitta, seppure imbarazzante, con la DDR aprì le porte alla finale contro l’Olanda e al titolo iridato!

Italia 1990, Unione Sovietica beffata
È l’ultima giornata del girone B dei Mondiali italiani, quello delle notti magiche: il Camerun è primo in classifica con due vittorie mentre l’Argentina e la Romania, sconfitte proprio dagli africani all’esordio, devono guardarsi le spalle dall’Unione Sovietica. Un pari, tuttavia, garantirebbe loro il passaggio del turno (allora, con un mondiale a 24 squadre, passavano anche le migliori terze). Cosi dopo novanta minuti da…inciucio, è 1-1, che rende inutile il 4-0 dei sovietici inflitto al Camerun già qualificato. Per la decadente Unione Sovietica, che solo pochi mesi prima, era finita in frantumi con la caduta del Muro di Berlino, una beffa cocente!

2004, la pastetta scandinava
Campionati Europei del 2004 in Portogallo. L’Italia esce ai gironi senza perdere una sola partita. Colpa del “biscotto” o combine tacita fra Svezia e Danimarca. Gli azzurri pareggiano la prima sfida del girone con la Danimarca (0-0) e pure la seconda con la Svezia (1-1). Nell'ultima e decisiva partita, la squadra del Trap deve battere la Bulgaria per salire a 5 punti e passare ai quarti di finale: malgrado lo svantaggio (rigore di Petrov), l'Italia s’impone grazie alla rete di Cassano. Ma per gli azzurri è tutto inutile, perché Svezia e Danimarca (entrambe a 4 punti prima del derby scandinavo) impattano 2-2, risultato che boccia gli azzurri e che verrà ricordato come “il biscotto”.

ARNO LUPI

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