Sport, 28 giugno 2019

Tra Mondiale e politica: che bordate tra la calciatrice omosessuale e Trump

Sta facendo discutere il botta e risposta tra la capitana della nazionale americana e il presidente deglli USA: “Se dovessimo vincere non andrei alla Casa Bianca”. “Finisca il suo lavoro”

WASHINGTON (USA) – I Mondiali femminili di calcio sono entrati nella loro fase calda e attirano sempre più le attenzioni degli amanti del pallone. Sarà perché quest’anno non ci sono né Europei né Mondiali maschili, ma il calcio femminile ha preso davvero piede e attira molti interessi.

Ma non di solo calcio vive l’uomo, o la donna, e immancabile ecco che negli ultimi giorni si è scatenata una polemica in seno agli Stati Uniti per l’atteggiamento tenuto dalla capitana, Megan Rapinoe, che è rimasta in silenzio durante l’inno nazionale suonato prima della vittoria ottenuta contro la Spagna (grazie a 2 rigori da lei segnati). “Non andrò alla Casa Bianca se dovessimo vincere e fossimo invitate, cosa di cui dubito”, ha spiegato.

Quest’atteggiamento ha fatto infuriare Trump la cui risposta non si è
fatta attendere: “Non penso che il suo atteggiamento sia appropriato – ha spiegato in un’intervista – Sono un grande fan del calcio femminile (ha poi aggiunto tramite Twitter), ma Mega dovrebbe prima vincere e poi parlare. Finisca il suo lavoro! Non abbiamo neanche invitato ancora Megan o la squadra, ma ora lo farò. Megan non dovrebbe mancare di rispetto al nostro Paese, alla Casa Bianca, o alla nostra bandiera, soprattutto dopo tutto quello che abbiamo fatto per lei e per la squadra. Sia orgogliosa della bandiera che indossa”.

La Rapinoe, apertamente lesbica, in passato, si era inginocchiata durante l’inno prima di alcune partite della sua squadra di club – una prassi introdotta dai giocatori di football americano – in opposizione alla Casa Bianca, definendosi una “walking protest” in difesa dei diritti e contro le diseguaglianze”.

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