Mondo, 24 giugno 2019

Algeria, cristiano condannato per "esercizio di culto non musulmano"

Un giovane cristiano di Akbou, città del nord dell'Algeria, è stato condannato giovedì scorso dalla corte a una multa di 50'000 dinari (circa 400 franchi) per "esercizio di culto non musulmano e senza autorizzazione". Il giovane era stato ascoltato il 29 maggio dal giudice dello stesso tribunale cittadino. Il pubblico ministero aveva chiesto una condanna a due anni di carcere contro l'imputato.

Il 17 ottobre 2018 la gendarmeria mise i sigilli alla chiesa "Città di rifugio", struttura annessa alla Chiesa protestante d'Algeria (EPA), che esiste dal 2013 ad Akbou, l'imputato aveva proceduto all'installazione di un altare per consentire ai fedeli di celebrare le messe domenicali. Il 16 maggio era stato quindi convocato dalla magistratura, la quale aveva descritto il caso come "un esercizio di culto
senza autorizzazione".

Per l'avvocato e attivista per i diritti umani Sofiane Ikken, "in questo caso, l'articolo 42 della Costituzione che sancisce l'inviolabilità delle libertà di coscienza e di opinione è stato ignorato” e che "questo tipo di processi mette direttamente in discussione la Costituzione, che sancisce la libertà di culto. Questo sistema di autorizzazioni è solo un mezzo di pressione per controllare meglio i religiosi".

Sofiane Ikken, mettendo in discussione il sistematico rifiuto di erigere luoghi di culto non musulmani, ritiene che "le autorità che spingono i cristiani a nascondersi prima di portarli davanti alla giustizia". 

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