Mondo, 05 giugno 2019
Nessuna eutanasia: Noa si sarebbe "lasciata morire di fame e di sete"
Nè eutanasia né suicidio assistito. Noa Pothoven si sarebbe lasciata morire di fame e di sete dopo aver sofferto di stress post traumatico e di anoressia a causa delle violenze subite da bambina. È questa l’ultima versione che emerge dai Paesi Bassi, Nazione in cui, ovviamente rispettando determinate condizioni, è concessa l’eutanasia anche ai minorenni.
I dottori incaricati di esaminare il suo caso, secondo quanto riferito dai media olandesi, avevano deciso di indirizzare la ragazza verso psicoterapie e di riesaminare la sua richiesta al compimento dei 21 anni.
Secondo il sito online il Post, che cita sempre i media olandesi, Noa si sarebbe lasciata morire di fame e di sete. “in un letto d’ospedale nel salotto di casa sua”. Non è chiaro se questo processo sia
stato in qualche modo seguito da un equipe medica.
Un altro punto da chiarire riguarda il ruolo di amici e famigliari negli ultimi giorni di vita della ragazza. Noa Pothoven era una ragazza conosciuta, nel suo paese. Aveva da poco pubblicato un’autobiografia che nei Paesi Bassi aveva ricevuto diversi riconoscimenti, intitolata “Winnen of leren” (“Vincere o imparare”), in cui raccontava le violenze sessuali che aveva subìto e la sua sofferenza.
La madre aveva raccontato al giornale che Pothoven era stata ricoverata in tre diversi istituti, ma che in quello più adatto a lei c’erano delle lunghe liste di attesa; e dice anche che a un certo punto la figlia aveva dovuto essere nutrita con un sondino in ospedale per un anno, visto che non voleva bere né mangiare.