Sport, 14 marzo 2019

Orgoglio, questo sconosciuto. Zero idee e poco spirito d’appartenenza: affrontare gara-3 sarà dura per il Lugano

La scialba prestazione di martedì ha tolto il velo sul volto dei bianconeri che dopo una regular season deludente non riescono proprio a cambiare ritmo

LUGANO – Bienne-Lugano. Gara-3 delle semifinali dello scorso campionato. Chi non si ricorda quella partita? I bianconeri erano sotto per 0-2 nella serie e per 0-3 alla Tissot Arena. Tutto sembrava finito, il cammino della truppa di Ireland sembrava essere arrivato al capolinea, ma bastò una rete in shorthand – di Reuille – a ribaltare la partita e l’intera serie.

Come dire: nell’hockey tutto può cambiare da un momento all’altro, in pochi secondi, ma quella squadra nei quarti di finale aveva dimostrato di avere carattere, di avere fame, di saper soffrire, ma di saper reagire per colpire al momento opportuno. Poteva contare sul vero Lapierre, su quel Lajunen che, dopo aver saltato le prime due sfide contro i Seelanders, ritornò dopo l’infortunio alla mano. Era un Lugano che poteva contare su un grande Elvis, ma che soprattutto metteva l’orgoglio davanti a tutto. Che è quello che sta mancando, in toto, a questo Lugano.

Un Lugano che sta continuando il cammino iniziato in regular season. Senza idee, senza gioco, con la voglia di subire e ripartire che si alterna con una mancanza totale di orgoglio come mostrato martedì sera. Sì perché la rete di Simion giunta a pochi secondi dalla prima sirena di gara-2 ha fatto sciogliere come neve al sole un complesso che, fin da settembre, non riesce a esprimere neanche un barlume dell’hockey: il Lugano subisce
la partita, non la gioca. Il Lugano attende gli avversari, non li sovrasta e, spesso, finisce per essere sovrastato. Giocare da playoff nell’ultimo spezzone di regular season, forse, aveva illuso qualcuno, ma alla lunga quel tipo di gioco logora e non avere i leader al top della forma (cosa mai avvenuta in stagione, parlando di stranieri), alla fine ti porta a cedere.

Siamo pronti a essere smentiti, saremo pronti a cospargerci il capo di cenere, ma la sensazione è che il gruppo di Ireland sia tutt’altro che consapevole e conscio di cosa stia facendo. Le idee non ci sono e questa sera gara-3 potrebbe scoperchiare del tutto il vaso: o il Lugano ritrova di colpo la grinta e la voglia e qualche idea di gioco, o difficilmente riuscirà a contrastare i Tori che sono effettivamente superiori. Con buona pace di coloro che quest’anno hanno meritato la qualificazione ai playoff, più di tutti quanti: i tifosi. Tifosi che non hanno mai fatto mancare il loro apporto, che sono rimasti vicini alla squadra; tifosi che in occasione di gara-2 hanno dovuto anche “subire” qualche nome storpiato dallo speaker della Cornèr Arena. La società è corsa ai ripari ieri mattina con un comunicato di scuse, ma nonostante questo qualcuno è rimasto scottato, vedendo la cosa come una perdita di orgoglio e di senso di appartenenza.

A proposito di società… ne parleremo a tempo debito!

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