Mondo, 21 febbraio 2019
Non vuole portare il velo nè studiare il Corano, pestata e maltrattata dalla madre
Costretta a dormire per terra o lasciata a piedi nudi davanti a una finestra aperta, in inverno. Queste alcune delle violenze, psicologiche e fisiche, che un'adolescente musulmana, residente a Milano, avrebbe subito dalla madre. A rivelare i maltrattamenti sarebbe stato uno svenimento a scuola, avvenuto tre mesi fa, che avevano spinto la ragazzina a confidarsi con un'insegnante.
Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, la giovane, egiziana d'origine e che abita in Italia dal 2017, ha detto all'insegnante che la madre le faceva indossare il velo islamico contro il suo volere e che la costringeva a studiare il Corano, insieme al fratellino: la pena, in caso di mancata obbedienza, erano punizioni fisiche e minacce.
"Non devi raccontare nulla, se parli con qualcuno a scuola ti prendo, ti uccido, ti rimando in Egitto e i tuoi zii ti uccidono", avrebbe detto la mamma alla figlia, . Non solo. Sembra, infatti, che la donna abbia impedito ai figli di uscire di casa e di andare a scuola, nei tre giorni in cui era tornata in Egitto dai parenti.
Il giudice ha deciso di arrestare la madre 31enne. La donna è stata prima condotta in carcere e

poi ai domiciliari, visto l'imminente giudizio, che si terrà in aprile. L'ipotesi è quella del reato di maltrattamenti aggravati: per questo i bambini sono stati separati dalla madre e collocati in due comunità protette.
La madre dal canto suo nega le accuse mosse dalla figlia. Secondo la sua versione, la ragazza si sarebbe inventata i maltrattamenti perchè in conflitto con i genitori e perchè non si sarebbe mai adattata al cambiamento in Italia, con conseguente disagio a scuola e difficoltà a stringere amicizie con i nuovi compagni. O forse perchè la ragazza, secondo la madre, avrebbe subito precedenti maltrattamenti dal padre, allontanato anni prima dalla famiglia.
La madre si difende sostenendo di non portare nemmeno lei il velo abitualmente e, in più, sembra che il fratellino non abbia fatto cenno ai maltrattamenti, chiedendo anzi di avere il Corano e una foto di tutti e tre insieme. Per il giudice, invece, la donna, avrebbe inflitto ai figli "ogni forma di frustrazione della personalità, oppressa e avvilita per un tempo talmente lungo da comportarne la totale soggezione psicologica prima ancora che fisica"