Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump domenica ha minacciato la Turchia di un disastro economico, in caso di un attacco ai curdi dopo il ritiro delle truppe americane dalla Siria, mentre allo stesso tempo chiede ai curdi di non "provocare" Ankara.
Gli Stati Uniti "devasteranno economicamente la Turchia se attaccano i curdi", ha twittato Donald Trump, che chiede anche la creazione di una "zona di sicurezza" di 30 chilometri, senza ulteriori dettagli sulla sua posizione o sulla sua finanziamento. Allo stesso tempo, Washington chiede ai curdi di "non provocare la Turchia".
Le dichiarazioni arrivano mentre il Segretario di Stato americano Mike Pompeo visita il Medio Oriente. Una visita il cui obiettivo è rassicurare gli alleati degli Stati Uniti mentre aumenta la tensione tra Stati Uniti e Turchia sul destino dei curdi in Siria, che hanno combattuto a fianco degli Stati Uniti contro il gruppo jihadista, lo Stato islamico (ISIS).
Mike Pompeo ha cercato di rassicurare gli alleati curdi degli Stati Uniti, assicurando la loro protezione nonostante il ritiro, annunciato da Trump a dicembre, di 2'000 soldati statunitensi schierati in Siria per combattere l'ISIS.
Mossa salutata dalla Turchia, che ha però indebolito
la situazione dei combattenti curdi. La principale milizia kurda in Siria, le Unità di protezione del popolo (YPG), la spina dorsale della lotta contro l'ISIS, è minacciata da una possibile offensiva da parte della Turchia, paese confinante con la Siria.
"Basta con le guerre senza fine"
Ankara ritiene i curdi dell'YPG "terroristi" per i loro presunti legami con il Partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK), che è dal 1984 combatte lo stato turco. E non nasconde la sua intenzione di lanciare un'offensiva contro di loro per evitare la formazione. alle sue porte, di un embrione di stato curdo che rischia di rilanciare il separatismo dei curdi della Turchia.
Ankara ha applaudito la notizia che Trump stava considerando di accelerare il ritiro dei soldati statunitensi. Sabato, oltre 600 persone sono state evacuate dall'ultimo baluardo di ISIS nella Siria orientale, secondo un organismo di monitoraggio.
"Inizia il tanto atteso ritiro dalla Siria, mentre attacchiamo duramente il piccolo califfato rimasto dell'ISIS, da diverse direzioni. Attaccheremo di nuovo dalle basi esistenti se l'ISIS si riforma" ha aggiunto Donald Trump nei suoi tweet di domenica, ritenendo che fosse ora di finirla con le "guerre senza fine" degli Stati Uniti riferendosi, oltre alla Siria, con tutta probabilità anche all'Afghanistan dove le truppe americane sono presenti sin dal 2001.