Sport, 27 agosto 2018

Il presidente De Bernardi: “Locarnesi, fidatevi di noi”

Il Locarno, “araba fenice”, ricomincia dalla Quinta Lega, motivatissimo

LOCARNO - È il 9 dicembre 2014: il Locarno cede solo al 117’ al Basilea campione nazionale ed esce dalla Coppa Svizzera. Quel giorno al Lido ci sono quasi tremila spettatori e in rete per i renani ci vanno Mohammed Salah, con una doppietta e Valentin Stocker. Il risultato finale è di 2-3 e i bianchi escono tra gli applausi. Agosto 2018: sotto il sole cocente del Lido i 24 ragazzi della rosa a disposizione di Remy Frigomosca e del suo vice Andrea Corda preparano un campionato nel quale, con tutto il rispetto, gli avversari si chiamano Moderna, Aramaici Suryoye o Audax Gudo.

Un salto nel buio, ma anche una speranza di rinascita. Negli uffici dello Stadio Lido si lavora alacremente, sotto la guida del presidente Sergio De Bernardi. “Al di là della situazione disastrata delle finanze, c’è da convincere i locarnesi che vale la pena di fidarsi di noi”.

Come ci si può riuscire? Molti sono rimasti scottati… 
Con il lavoro, con l’onestà e la trasparenza. Non abbiamo altre armi. Anche perché non possiamo mettere sul piatto della bilancia alcuna forza finanziaria. Ci siamo trovati davanti una situazione che avrebbe scoraggiato molti. Abbiamo dovuto armarci di una pazienza gigantesca, siamo dovuti andare a spiegare decine di volte la nostra totale indipendenza dalle dirigenze che ci hanno preceduto. Speriamo di avere fatto breccia. I primi riscontri ci inducono ad un cauto ottimismo. 

È ottimista anche per saldare i debiti lasciati dalla precedente gestione? 
Oggi sì, lo ero un po’ meno qualche settimana fa. Quando abbiamo presentato i conti 2016-2017 abbiamo parlato chiaro: eravamo sotto di 44 mila franchi. Fortunatamente non si tratta di fatture da saldare a corto termine: il grosso riguarda mancati versamenti a precedenti allenatori del settore giovanile. Stiamo pian piano uscendone, anche perché vogliamo riorganizzare completamente la nostra categoria allievi.

In che modo?
Negli ultimi anni a causa della disorganizzazione generale abbiamo perso troppi giovani giocatori che si sono distribuiti nelle varie squadre della regione. Il settore giovanile deve tornare ad essere la priorità assoluta. 

Tutto sacrosanto: ma i fari saranno puntati sulla prima squadra… 
Lo sappiamo e siamo pronti a cogliere la grossa sfida che ci attende. Sappiamo di non poter fallire, almeno nei primi due-tre anni, alcun obiettivo. Per fare questo però, dovremo avere una base finanziaria e sportiva molto solida: e fare i passi secondo la gamba.

In tutta onestà, quanto è difficile sapere che non si può sbagliare?
Lo abbiamo detto all’assemblea del club: noi vogliamo andare d’accordo con tutti, non c’interessano le beghe del passato, E siamo stati fortunati ad avere da subito l’appoggio dell’autorità comunale, senza la quale sarebbe stato impossibile intavolare qualsiasi discorso di rinascita. Ciò non toglie che oltre a non avere un franco in cassa, non avevamo neppure un giocatore tesserato. E questa è stata una grossa difficoltà, a cui va aggiunto il fatto che non avevamo nemmeno la squadra di allievi A. 

Ciò non toglie che siete riusciti a mettere insieme una rosa di buona qualità.
E anche ampia aggiungerei. Abbiamo 24 giocatori a disposizione, attratti non sicuramente dal valore assoluto della categoria. Ma l’approvazione dei conti all’assemblea ha tolto gli ultimi dubbi, perché da quel momento chi abbiamo
avvicinato e poi ingaggiato era sicuro di entrare a far parte di un progetto credibile. Poi verso l’esterno il giorno della presentazione delle maglie ha messo
in moto un interesse per certi versi inatteso. Molti giocatori sono venuti a bussare alla nostra porta, ma solo alcuni hanno trovato spazio.

Ci illustra i giocatori a disposizione?
Abbiamo tre allievi A, che sono tornati all’ovile dopo essersene andati provvisoriamente. Ci servivano però anche degli uomini di esperienza e di qualità e allora siamo andati a pescare in Seconda e in Terza lega. Come ciliegina sulla torta abbiamo anche ingaggiato degli elementi che hanno militato recentemente in Seconda lega Interregionale, atleti che ci forniscono un grosso contributo di qualità.

E poi c’è la vecchia, intramontabile, gloria. 
Enrico Giani. È stata una mia idea, ma non parlate di un colpo di testa o di una mossa per accaparrarmi facili simpatie. Conosco il valore dell’uomo, ancor prima di quello del giocatore e so quanto può dare. Potrà dare una grandissima mano anche fuori dal campo, soprattutto ai più giovani, che hanno già imparato a rispettarlo e ad imitarlo. È stato facile convincerlo: lui aveva cominciato a Locarno e questo ritorno chiude in un certo senso il cerchio di una carriera eccezionale.

Un personaggio che potrebbe portare al campo parecchie persone. 
Il messaggio che vogliamo lanciare è chiaro: vogliamo rivedere tanta gente al Lido. Guardate in giro: ci sono facce che non si vedevano da anni. Molti hanno incrociato il cammino di “Rico” nei suoi quarant’anni di carriera e vogliono sincerarsi con i loro occhi che il loro ex compagno sa ancora giocare a calcio. Ne ho visti tanti durante le amichevoli. 

I test nel precampionato lo hanno detto chiaramente. Questa squadra è di buon livello. 
Non c’è dubbio, siamo contenti di quanto visto finora. Contro avversari che sono tutti almeno di Quarta Lega, abbiamo dimostrato di esserci sotto ogni punto di vista. Adesso sta ai giocatori confermare anche in campionato quanto valgono. E non dimentichiamoci che c’è anche la Coppa Ticino, nella quale vogliamo andare avanti il più possibile. Il 12 settembre, nel turno preliminare, c’è il Riva, squadra di Terza lega. Sarà un bel test che ci farà capire a che punto siamo. Ma anche quello sarà un incontro da affrontare con il coltello tra i denti. Nessuno ci regalerà nulla, tutti saranno pronti a sgambettarci. Sarà il nostro destino, in questa e nelle prossime stagioni a venire. Finché non torneremo dove il Locarno merita di essere. Fino alla Seconda lega regionale dovremmo farcela con le nostre forze e quindi dipende tutto da noi. Da quel momento in poi servono soldi, è inutile nascondersi. Contiamo di farcela in una manciata di stagioni.

All’alba di questa annata cosa si sente di dire ai suoi giocatori e a i tifosi?
Ai miei ragazzi spero di avere già inculcato la consapevolezza di essere all’origine di un progetto affascinante ma durissimo. Devono sapere cosa ha rappresentato e rappresenta ancora il Locarno per tutta la regione e il movimento calcistico cantonale. E comportarsi con professionalità e dedizione. Finora hanno recepito il messaggio, ma sono sicuro che lo faranno anche in futuro. Ai nostri tifosi dico: fidatevi di noi: venite a vederci e tornate ad amare la bianca casacca. Noi daremo il massimo.

O.R.

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