Sport, 16 luglio 2018

Cala il sipario sul Mondiale delle sorprese, delle delusioni e delle discussioni

Con la vittoria della Francia si è chiusa la Coppa del Mondo che ha regalato emozioni, che ha fatto parlare di sé e che ha messo in mostra diverse nuove realtà

MOSCA (Russia) – Di calcio di ottima fattura se n’è visto forse poco, a immagine della Francia che raramente ha entusiasmato dal punto di vista estetico ma che ha conquistato la Coppa, ma Russia 2018 ha regalato un mese di calcio intenso, sorprendente ed entusiasmante che ha incollato ai televisori gli amanti del pallone, che hanno vissuto tante emozioni che hanno acceso anche diverse discussioni.

Il Mondiale che si è chiuso ieri era già iniziato con l’assenza dell’Italia, dell’Olanda e del Cile: insomma… se le sorprese erano iniziate ancor prima del calcio d’inizio, non potevano certo terminare con l’andare della manifestazione. E così è stato: abbiamo assistito alla precoce e incredibile eliminazione della Germania, a quella dell’Argentina, forse l’Albiceleste più brutta di sempre. Abbiamo ammirato il primo storico gol mondiale di Panama e, questa purtroppo non è stata una sorpresa, l’ormai classica eliminazione della nostra Svizzera agli ottavi di finale.

Quello rossocrociato è stato un Mondiale che, forse, ricorderemo più per le Aquile di Xhaka, Shaqiri e Lichtsteiner, che per il pareggio strappato al Brasile o per la vittoria ottenuta contro la Serbia. In effetti i rossocrociati hanno steccato contro la Svezia, ma da ormai tre settimane non si fa altro che parlare di doppi passaporti, di integrazione (tema che non riguarda solo noi, basti vedere il polverone alzato da Maradona sulla Francia), di una Federazione svizzera che non ha saputo gestire in modo adeguato la patata bollente. In effetti gli errori dell’ASF sono stati molteplici, anche a fine Mondiale, quando – ad esempio – non ha presentato Petkovic in sala stampa.

Tornando al calcio giocato, Russia 2018 ci ha regalato una Francia che, imbottita di stelle e stelline (come Mbappé), non ha quasi mai brillato, non ha quasi mai fatto emozionare, ma che alla fine ha alzato al cielo di Mosca la Coppa perché era semplicemente la squadra più forte.
Ricorderemo questo Mondiale per la fame, per la grinta – oltre che per le qualità tecniche – di una Croazia mai doma che ha centrato il suo risultato storico in una manifestazione iridata, guidata dall’estro di un giocatore sublime che risponde al nome di Modric: se un Paese giovane, con soli 4 milioni di abitanti è riuscito ad arrivare così in alto, perché non potremo farlo anche noi?

Anche il Belgio ricorderà con piacere questo Mondiale: il terzo posto conclusivo rappresenta anche per Hazard e compagni il punto più alto della storia nazionale in ambito calcistico. Di Russia 2018 ci resteranno nelle orecchie le note e le strofe del “It’s coming home” degli inglesi, quasi convinti di riuscire a riportare a casa quella Coppa che manca dal 1966 ma che, ancora una volta, resterà solo nei loro sogni.

Fra qualche anno ripenseremo a Russia 2018 come quel Mondiale che, dopo i quarti di finale, è diventato un Europeo, vista l’eliminazione subita dal Brasile. Un Brasile che poteva contare su una qualità enorme, ma che si è arenato su alcune scelte tattiche discutibili, su qualche errore arbitrale, e su un Neymar che ha pensato più a simulare che a segnare e a trascinare i suoi.

Sono tanti i temi che questa Coppa del Mondo ci lascia in eredità, ognuno sicuramente avrà i propri, ognuno avrà i propri ricordi – qualcuno magari avrà ancora negli occhi la tripletta di Cristiano Ronaldo contro la Spagna, i fantastici gol di Cavani contro gli stessi lusitani, il suo infortunio che è costato carissimo all’Uruguay o le parate ai rigori di Subasic e di Akinfeev – ma in fondo, il bello del calcio sta proprio qui.

L’appuntamento è per Qatar 2022, quando si giocherà a cavallo tra novembre e dicembre… l’ennesima novità di un calcio che, anche dal punto di vista tecnologico (per la prima volta la VAR ha inciso su una finale mondiale), sta cambiando sempre più.

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