Venerdì in Giappone è stata eseguita la condanna a morte di Shoko Asahara, il leader della setta apocalittica che organizzò un attentato nella metropolitana di Tokyo nel 1995 utilizzando il sarin, un potente gas nervino, che causò la morte di 13 persone e ne fece ammalare più di seimila. Oltre ad Asahara, sono state eseguite le condanne a morte di altre sei persone, che facevano sempre parte della setta Aum Shinrikyō (“Suprema verità”). Come prevede la legge giapponese, le esecuzioni sono state condotte per impiccagione nei centri di detenzione di Tokyo e Matsumoto dove erano imprigionati i sette membri di Aum Shinrikyō.
Nato nel 1955 nell’isola sud-occidentale di Kyushu, Asahara (Chizuo Matsumoto)aveva iniziato a raccogliere adepti per la sua setta negli anni Ottanta, dopo avere aperto una scuola di yoga. Il suo culto metteva insieme elementi del buddismo e dell’induismo, con l’aggiunta di elementi dal cristianesimo e dall’occulto. Asahara sosteneva che ci sarebbe stata presto un’apocalisse, causata da un attacco nucleare da parte degli Stati Uniti, e che solo la sua setta avrebbe potuto garantire la salvezza e la sopravvivenza.
Molto abile a condizionare i suoi interlocutori e a confondere religione, misticismo e meditazione, Asahara espanse enormemente la setta, che raggiunse i 10mila adepti solo in Giappone. Altri 30mila seguirono i suoi insegnamenti in Russia. Nel 1990, insieme a una ventina di altri membri, Asahara tentò la strada della politica candidandosi alle elezioni per la Camera alta del Parlamento giapponese. La mancata elezione – stabilirono in seguito le indagini – fu probabilmente una delle cause che lo portarono a organizzare l’attentato terroristico, una sorta di vendetta.
Alle 8 del mattino del 20 marzo 1995, nell’ora di punta in cui milioni di persone viaggiano sulla rete metropolitana di Tokyo per andare al lavoro, cinque membri di Aum Shinrikyō salirono sui convogli della metropolitana portando con loro sacchetti di plastica contenenti sarin allo stato liquido e un ombrello, cui avevano reso appuntita e affilata la punta. Forarono il sacchetto con l’ombrello senza farsi notare, liberando la sostanza tossica, e fuggirono rapidamente all’esterno della metropolitana. Migliaia di persone inalarono il sarin e iniziarono a tossire, respirare a fatica e sentirsi male. Alcuni