LUGANO – Se n’è parlato tantissimo durante questa settimana: quelle Aquile mostrate da Xhaka, Shaqiri e Lichtsteiner dopo le reti realizzate venerdì scorso contro la Serbia hanno tenuto banco per tanti giorni. Il procedimento disciplinare si è chiuso lunedì, con le multe inflitte ai tre giocatori (oltre alla Federazione serba e al ct Krstajic), ma quei gesti rimangono ancora negli occhi dei tanti tifosi svizzeri che non li hanno accettate di buon grado.
La FIFA non ha ritenuto i gesti di Kaliningrad delle provocazioni come sembravano – in realtà lo sono palesemente – ma solo un atteggiamento contro il Fair Play. Tutto il contesto che circondava quella partita, definita particolare già da dicembre, fa capire che le cose non stanno esattamente così. Quella guerra nella ex Jugoslavia, mai dimenticata e che lascia ancora strascichi su entrambi i fronti ancora adesso, è un qualcosa che comunque intacca anche il volto della nostra Nazionale; far entrare la politica in campo, sia quando si è tifosi ma ancora di più quando si è giocatori, e di conseguenza personaggi pubblici, è quanto di più sbagliato si possa fare.
La FIFA ha chiuso un occhio, l’ASF incredibilmente anche. Una parola, una sanzione, una presa di posizione e/o una multa nei confronti dei giocatori era un po’ quello che in tanti si aspettavano, non solo verso Xhaka e Shaqiri (nessuno mette in dubbio i momenti bui vissuti