Mondo, 06 ottobre 2025

Il governo francese appena nominato già vicino all'implosione

Appena entrato in carica, il governo di Sébastien Lecornu sembra già essere prossimo a cadere. Criticato da ogni parte e indebolito internamente dalla ribellione dei Repubblicani (LR), potrebbe non passare molto tempo prima che Emmanuel Macron debba trovare un nuovo primo ministro.

Molto arrabbiato per una composizione che "non riflette la rottura promessa", il leader di LR Bruno Retailleau ha convocato d'urgenza il consiglio strategico del partito, che si terrà alle 11:00. Sebbene abbia ricevuto domenica il via libera dai parlamentari di LR per una partecipazione "esigente" al governo, Retailleau si scontra con la reticenza interna. Secondo diverse fonti dei media francesi, il motivo è il ritorno a sorpresa di Bruno Le Maire nell'esercito, simbolo per la destra degli sforamenti di bilancio degli ultimi anni dei governi macronisti; e l'ampia quota riservata a Renaissance (il partito di Macron) nella composizione del governo, con dieci ministri, rispetto ai quattro di LR.

Diversi esponenti di spicco del campo presidenziale hanno persino preso in considerazione, domenica sera, la possibilità che LR lasci il governo, il che metterebbe a repentaglio la dichiarazione di politica generale di Sébastien Lecornu, prevista per martedì all'Assemblea Nazionale.

Ma anche all'interno del campo macronista, l'annuncio della composizione del governo sta suscitando critiche. Parole come” riciclo", "provocazione", "massacro", "negazione della democrazia", ​​scelte "spaventose e inspiegabili" o "offensive" vengono usate da esponenti sia di destra che di sinistra. L'esasperazione si è diffusa domenica sera in tutti i partiti di opposizione, alimentando lo spettro di una rapida censura del governo. "Siamo sbalorditi..." ha reagito Marine Le Pen su X, che ha preso di mira in particolare il ritorno di Bruno Le Maire, "l'uomo che ha mandato in rovina la Francia", secondo il tre volte candidato all'Eliseo.



Le Pen e Jordan Bardella si incontreranno lunedì alle 11:00 presso la sede di RN per discutere della situazione, prima di una riunione di gruppo prevista per le 17:00 presso l'Assemblea Nazionale. Passaggio di consegne

Jean-Luc Mélenchon, leader del partito di sinistra La France Insoumise, che ha già promesso la censura, ha denunciato la nomina di una "corte di ritornanti, l'80% dei quali membri di LR ed ex LR", che "non durerà". "A cosa stanno giocando i macronisti? La loro testardaggine sta facendo sprofondare il Paese ogni giorno di più nel caos", ha criticato il leader dei deputati del Partito Socialista (PS), Boris Vallaud.

Lecornu, da parte sua, difende un governo senza "sorprese", che "unisce e assomiglia al terreno comune che ci sostiene in Parlamento". Ma presto dovrà dedicarsi a un compito ben più rischioso: redigere il suo programma di politica generale. Sempre che il suo governo sia ancora in piedi, ovviamente.

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