Morelli: a Bellinzona si naviga sempre a vista. Come giudica la nuova proprietà. Che ne pensa del patron Trujillo?
Credo sia presto per giudicare visto che lo stesso si è insediato da poco. Francamente fatico però ad essere ottimista e propositivo; ben felice di sbagliarmi, sia chiaro. Diamogli tempo.
Trujillo sembra animato da buoni propositi; il problema che non conosce il nostro calcio e la nostra realtà. Che ne pensa?
Non è certo facile fare calcio in un continente che non è il tuo. È sbarcato su un pianeta ignoto e si sta organizzando. Quello che c’è da chiedersi è il senso di tutto ciò; il perché.
Bentancur ha lasciato un club in buone condizioni economiche ma per il resto ha fatto solo disastri.
Ha portato avanti la barca per qualche stagione e bisogna dargliene atto. Il paziente malato, leggasi ACB, è stato mantenuto in vita ed è già qualcosa. Certo Bentancur ha fatto di tutto per inimicarsi la piazza, soprattutto allontanando senza troppi complimenti i giocatori nostrani per far spazio alla sua truppa, e purtroppoci è riuscito.
Questione settore giovanile: Brenno Martignoni si è messo di traverso e rivendica, in fondo, maggior considerazione da parte della nuova proprietà. Un bel guaio.
In qualsiasi azienda chi paga comanda e sceglie i propri collaboratori. Occorre accettarlo sperando che i ragazzi del settore giovanile vengano trattati con la considerazione che meritano.
Nel Bellinzona si parla spagnolo: ormai non ci sono più giocatori locali.
Ci sono Mihajlovic e anche Sorensen che secondo me è davvero forte. La proprietà piazza i propri giocatori cercando di valorizzarli o acquisisce più club per spostare i calciatori internamente da uno all’altro. È un fenomeno parecchio in voga; chiediamoci il perché… È triste ma torniamo al chi paga comanda. Occorrerebbe essere però a mio avviso un po’ meno spudorati in tutto ciò.
La mancanza di giocatori ticinesi non è stata digerita bene dai tifosi granata.
E non potrebbe essere altrimenti. Tifare Guidotti, Bernasconi o Bianchi avrebbe ben altro sapore che osservare un andirivieni senza fine di sconosciuti in cerca di gloria.
Contro il Grasshopper in Coppa Svizzera si arrivava a malapena a 800 spettatori. Per non parlare delle partite di campionato. Disaffezione continua.
È la conseguenza di tutto quanto sopra esposto.
E intanto gli imprenditori locali cosa fanno?
Non sta scritto da nessuna parte che un imprenditore locale debba occuparsi di calcio. Chapeau a chi lo fa o lo ha fatto in passato; ma soprattutto a chi lo fa perché ha a cuore la propria città, perché tifava la squadra fin da bambino, e non per altri interessi.
Quale sarebbe la sua idea di Bellinzona per il futuro?
Non mi dispiacerebbero due scenari. Il primo: è l’arrivo di un miliardario che ci porti in Champions e costruisce uno stadio da sballo (vedi Mansueto a Lugano, i fratelli Hartono a Como o simili). Evidentemente rimarrà un sogno perché Bellinzona non è né Lugano né Como. Secondo scenario: un imprenditore locale subentra alla fine dell’era Trujillo e gestisce la società coinvolgendo aziende e sponsor locali, dotandosi di un direttore generale che sia uomo di calcio di provata esperienza e che istauri delle collaborazioni con club italiani. Questo secondo scenario è stato applicato in passato e mi sembra abbia funzionato molto bene.
Bentancur a Giubiasco sembra una barzelletta. Che dice?
Sì, una barzelletta ma che fa piangere e non ridere. Campionato sfalsato. Mi dica lei che giocatore è chi cambia continente per giocare nella settima categoria in una nazione come la Svizzera e perché lo fa… Vanno rivisti i regolamenti ma con la federazione sorniona (eufemismo) che abbiamo la vedo dura.
RED.
La mancanza di giocatori ticinesi non è stata digerita bene dai tifosi granata.
E non potrebbe essere altrimenti. Tifare Guidotti, Bernasconi o Bianchi avrebbe ben altro sapore che osservare un andirivieni senza fine di sconosciuti in cerca di gloria.
Contro il Grasshopper in Coppa Svizzera si arrivava a malapena a 800 spettatori. Per non parlare delle partite di campionato. Disaffezione continua.
È la conseguenza di tutto quanto sopra esposto.
E intanto gli imprenditori locali cosa fanno?
Non sta scritto da nessuna parte che un imprenditore locale debba occuparsi di calcio. Chapeau a chi lo fa o lo ha fatto in passato; ma soprattutto a chi lo fa perché ha a cuore la propria città, perché tifava la squadra fin da bambino, e non per altri interessi.
Quale sarebbe la sua idea di Bellinzona per il futuro?
Non mi dispiacerebbero due scenari. Il primo: è l’arrivo di un miliardario che ci porti in Champions e costruisce uno stadio da sballo (vedi Mansueto a Lugano, i fratelli Hartono a Como o simili). Evidentemente rimarrà un sogno perché Bellinzona non è né Lugano né Como. Secondo scenario: un imprenditore locale subentra alla fine dell’era Trujillo e gestisce la società coinvolgendo aziende e sponsor locali, dotandosi di un direttore generale che sia uomo di calcio di provata esperienza e che istauri delle collaborazioni con club italiani. Questo secondo scenario è stato applicato in passato e mi sembra abbia funzionato molto bene.
Bentancur a Giubiasco sembra una barzelletta. Che dice?
Sì, una barzelletta ma che fa piangere e non ridere. Campionato sfalsato. Mi dica lei che giocatore è chi cambia continente per giocare nella settima categoria in una nazione come la Svizzera e perché lo fa… Vanno rivisti i regolamenti ma con la federazione sorniona (eufemismo) che abbiamo la vedo dura.
RED.