TIICNO - Calano ancora i globalisti in Ticino. Secondo i dati del Dipartimento delle finanze, tra il 2022 e il 2024 il loro numero è sceso da 767 a 725. Un trend costante se si guarda al 2016, quando i “super-ricchi” erano 910.
Giordano Macchi, direttore della Divisione delle contribuzioni, spiega al Corriere del Ticino che il calo è legato a tre fattori: «il passaggio dalla tassazione secondo il dispendio a quella ordinaria; la partenza verso altri Cantoni o Paesi; e i decessi». L’aumento delle entrate deriva invece dall’adeguamento all’inflazione della tassa minima (429 mila franchi nel 2024) e dalla stretta federale del 2021.
Ma il Ticino si confronta con una concorrenza sempre più aggressiva. L’Italia, dal 2017, offre ai globalisti una flat-tax di 200 mila euro, permettendo loro anche di lavorare: un vantaggio che la Svizzera non concede. A questo si aggiunge l’ombra dell’iniziativa GISO che il 30 novembre proporrà una tassa di successione del 50% oltre i 50 milioni di franchi. Un’ipotesi che, sottolineano gli esperti, crea instabilità e frena nuovi arrivi.
Il risultato è un Ticino che rischia di restare ostaggio di politiche burocratiche e stataliste, mentre i capitali più mobili scelgono di trasferirsi altrove.