GRAN BRETAGNA - Jaguar Land Rover ha annunciato il taglio di 500 posti dirigenziali nel Regno Unito, pari a circa l’1,5% della forza lavoro. La decisione arriva dopo il tracollo delle vendite in Europa: ad aprile 2025 il marchio Jaguar ha registrato un crollo del 97,5%, con appena 49 auto immatricolate contro le quasi 2’000 dello stesso mese dell’anno precedente.
Al centro della crisi c’è il discusso rebrand “woke” lanciato nel 2024: logo ridisegnato, campagne pubblicitarie senza automobili e slogan come “copy nothing”. Una svolta che non ha convinto il mercato. Le cifre parlano chiaro: le immatricolazioni sono quasi sparite e la casa deve correre ai ripari.
A complicare il quadro ci sono i dazi americani e la concorrenza sempre più agguerrita nel settore dei veicoli elettrici. Anche le promesse politiche non hanno evitato la scure: poche settimane fa, esponenti del Labour avevano assicurato ai lavoratori che i loro impieghi sarebbero stati tutelati. Oggi, invece, arriva la doccia fredda dei licenziamenti.
Un tempo Jaguar era sinonimo di stile e carattere, con modelli riconoscibili al primo sguardo. Oggi, dicono i critici, le vetture sembrano “come tutte le altre”. Se il marchio britannico non saprà ritrovare la sua identità, il rischio è che i tagli odierni siano solo l’inizio di una crisi ancora più profonda.