THUN – A ripensare alla scorsa estate, quando il Lugano, pur affrontando il Fenerbahce e il Besiktas, era riuscito a conquistare un posto nella fase a campionato di Conference League, sembra essere passata una vita. 12 mesi dopo il Lugano, quel Lugano si è ormai perso. Se la prova gagliarda di Cluj di settimana scorsa aveva fatto sperare in un cambio di marcia, la sconfitta di Sion e la sconcertante prestazione di ieri sera contro il Celje nei preliminari di Conference League hanno mostrato che quel gruppo in grado di compiere imprese straordinarie è sprofondato nel buio più totale.
Lo 0-5 incassato ieri a Thun, impietoso ma onesto, oltre a mettere fine a ogni speranza di disputare le coppe europee, mette il Lugano con le spalle al muro. D’altronde i numeri parlano chiaro: nelle 5 partite disputate fin qui, tra campionato e coppe internazionali, i bianconeri hanno segnato 1 sola rete e hanno incassato 4 sconfitte e 1 pareggio. I pochi temerari che ieri hanno intrapreso la trasferta verso la Stockhron Arena avranno fatto ritorno in Ticino con più dubbi che certezze… anche se in realtà l’unica certezza in questo momento è che il gruppo allenato da Mattia Croci-Torti assomiglia sempre più a un insieme di singoli piuttosto che a una squadra coesa.
Tra litigi veri o chiacchierati tra il mister e Steffen, tra errori tecnici da IV Lega, tra schemi tattici che vanno a ramengo dopo pochi minuti, ciò che salta più all’occhio assistendo alle partite dei bianconeri è che la formazione sottocenerina, oltre a partire già intimorita, va in crisi e in totale confusione al primo affondo dei suoi rivali. La prestazione “offerta” ieri da Bottani e compagni rasenta l’impresentabile e l’impressione è che, a meno di una svolta immediata e repentina, difficilmente questo Lugano riuscirà a rialzare facilmente la testa. Insomma, il futuro prossimo sembra essere davvero complicato.