Pessimismo sul resto mondo, ottimisti sulla propria situazione personale. Si può riassumere così il risultato del “Barometro della speranza”, un'inchiesta condotta da media e istituti svizzeri e che misura come gli svizzeri vedono il futuro. Quest'anno il barometro mostra che il 67,6% degli svizzeri prevede che tra vent’anni il mondo sarà peggio di oggi, rispetto al 61,1% tra due anni. fa.
Eppure gli svizzeri restano ottimisti per quanto riguarda la vita personale. "C'è una grande dissonanza tra ciò che le persone si aspettano dalla propria vita personale e il modo in cui valutano il futuro del mondo: ottimismo riguardo al futuro personale e pessimismo riguardo a quello del paese e del mondo", osserva Andreas Krafft, l'autore del studio, ricercatore presso l'Università di San Gallo, citato da “20 minutes”.
Nonostante le turbolenze che attraversano il pianeta e le prospettive economiche considerate deleterie, la maggioranza degli svizzeri si sente bene e anche meglio di prima. "La maggioranza degli intervistati (58,1%) afferma di essere abbastanza o molto soddisfatta della propria vita, un leggero miglioramento rispetto a due anni fa (55,6%)", si legge nel rapporto dello studio. Allo stesso tempo diminuisce la quota di coloro che si dichiarano abbastanza o molto insoddisfatti.
Suddiviso per regioni linguistiche, i francofoni sono i più ottimisti riguardo alla propria vita privata mentre i ticinesi sono i meno ottimisti. Al contrario, quando si parla di economia svizzera o di questioni su scala globale, gli svizzerotedeschi sono i più fiduciosi nel futuro.
Per quanto riguarda le differenze di età, si nota una certa ansia più si abbassa l'età di chi risponde. “I giovani sono meno soddisfatti, hanno meno speranza, credono meno nella bontà umana, hanno un minore senso di autostima, si sentono meno bene emotivamente e socialmente” sostiene Andreas Krafft. Ma anche se la loro visione del futuro è più cupa di quella delle generazioni più anziane, ciò non significa che i giovani siano infelici in termini assoluti. Tra loro il valore medio della soddisfazione per la vita personale è appena inferiore a quello degli anziani. È addirittura superiore a quello delle persone di età superiore agli 80 anni.