A seguito della crescente pressione migratoria, dal 16 ottobre scorso il ministro degli Interni tedesco Nancy Faeser ha reintrodotto i controlli alle frontiere con Polonia, Repubblica Ceca, Austria e Svizzera. In pratica, da alcune settimane la polizia tedesca “respinge in massa i migranti al confine svizzero-tedesco”, riporta il giornale tedesco il “Welt am Sonntag”, che ha accompagnato le guardie di frontiera tedesche nel loro lavoro a Basilea: “Molte persone vengono respinte al confine confine con la Svizzera. Quest’ultimo è, insieme alla frontiera orientale, il nuovo hotspot migratorio”, scrive il giornale tedesco.
In linea di principio la polizia tedesca può effettuare controlli solo sul territorio tedesco. Le vicine guardie di frontiera però non intervengono solo in Germania, alla stazione Badischer Bahnhof ma anche in territorio svizzero, alla stazione FFS di Basilea, aggiunge il giornale. È stato infatti concluso un accordo con la Svizzera affinché anche la Germania possa effettuare controlli in alcune zone svizzere. Alla fine dello scorso anno Karin Keller-Sutter e Nancy Faeser hanno concordato un piano d'azione volto a rafforzare i controlli.
In teoria, se la polizia tedesca intercettasse i migranti una volta che attraversano il confine, dovrebbe lasciarli entrare se chiedono asilo. Ma se i migranti vengono fermati mentre sono ancora in Svizzera, la Germania può rifiutare loro l’ingresso. Tuttavia, questi controlli alle frontiere non sembrano avere molto effetto, poiché ai migranti viene semplicemente impedito di salire sul treno e niente impedisce loro di prenderne un'altro più tardi, oppure di recarsi in Germania in bus, in tram o a piedi.