La notte dei tempi, insomma. Il locarnese, ragazzo determinato e sicuro, ha iniziato a guidare la piccola e veloce monoposto all’età di 5 anni: fu suo padre a trasmettergli la passione, passione che ad un certo punto si affievolì, forse per una crisi adolescenziale. Riprese le giuste energie e le giuste motivazioni, il giovane è però tornato a guidare e oggi Frigomosca si dedica anima e corpo per stare ai massimi livelli internazionali. Non facile e non scontato, soprattutto per chi non può disporre di un grande sostegno economico alle spalle, solitamente vitale per raggiungere certi obiettivi. “Ma questo non è un problema – avvisa – Prima o poi qualcuno si accorgerà di me” afferma il buon Ethan, che dopo la prova iridata italiana ci ha concesso una intervista.
Ethan: smaltita la delusione?
Diciamo che cerco di non pensarci. Partire dietro nella griglia di partenza è un grosso handicap. Purtroppo nella manche di qualifica ho perso lo spoiler e sono stato penalizzato. Niente: adessoricarichiamo le batterie e pensiamo al futuro, ripartendo proprio dal mancato risultato del Mondiale. Nessun dramma, insomma. (per la cronaca: il titolo iridato è andato a Francesco Comanducci, ndr)
Facciamo un passo indietro, quando da piccolino, lei ha iniziato a salire su un gokart.
Avevo 5 anni: mio padre Luca mi portava su un piazzale vicino a casa nostra e li mi faceva girare con il kart per i bambini. Mi divertivo come un matto e ciò piacque al mio genitore, che allora decise di insegnarmi le basi di questo sport.
Sulla pista di Magadino...
È la pista di casa, con un ambiente davvero ideale per un giovane pilota. Una vera e propria scuola di formazione. Una pista sulla quale tanti anni fa girò anche un certo Ayrton Senna, il campionissimo brasiliano della formula 1. Per me certamente un grande incentivo.
Dopo una pausa, lei è tornato a guidare e ad impegnarsi con grande dedizione.
Sembrava che il karting non mi desse più emozioni. In realtà era un crisi giovanile, una crisi che capita quando non sai ancora ciò che vuoi essere. Ho capito di voler fare il pilota e quindi grazie a mio papà sono tornato in pista. E le cose sono cambiate.
Merito, anche, della scuderia Gerber.
Sì, e infatti sono passato alla scuderia Gerber, la cui sede è proprio a Desenzano sul Lago di Garda, dove si disputano i Mondiali 2023. Per me è stato fondamentale riprendere da lì. Se sono diventato un pilota vero è anche per merito di questo team.
Con il tempo Ethan si è fatto un nome grazie alle vittorie e ad un talento riconosciuto.
Dopo i successi del 2022 non era facile riconfermarsi. Anche in questa stagione mi sono tolto parecchie soddisfazioni e in futuro spero di ottenere ancora di più. Le motivazioni non mi mancano.
Parliamo un attimo del Ticino: il karting non ha un gran seguito.
Non è molto conosciuto e in pochi sanno sa cosa significhi correre con questa piccola monoposto. Si pensa che sia semplicemente una macchinina su cui divertirsi. Ma non è così: ci vuole allenamento fisico, tanta concentrazione e tanto mentale.
Non dimentichiamo che parecchi campioni del motorsport provengono dal karting.
Alcuni nomi di quelli che sono in attività: Verstappen, Leclerc, Hamilton e Norris, gente che nelle pause del loro campionato si allenano ancora con il kart. Questo sport è certamente una scuola importante per diventare dei campioni.
Il suo pilota preferito?
Charles Leclerc, determinato e coraggioso. Il monegasco non molla mai, è sempre lì a battagliare. Per me si tratta di uno dei migliori piloti attualmente in circolazione.
A.M.