LUGANO – Lugano-Ambrì 3-2. Questo il verdetto del “derby della paura”, andato in scena martedì alla Cornèr Arena e… vista la classifica dei bianconeri e il momento delicato dei biancoblù, non poteva che giocarsi dopo la notte di Halloween. Certo, il successo ha ridato animo alla truppa di Gianinazzi, che però non può e non deve cullarsi sugli allori perché c’è molto da fare, mentre l’ennesimo KO consecutivo – sia in stagione che contro i cugini – rischia di minare qualche sicurezza al gruppo di Cereda che, però, deve provare a ripartire da quello che di buono ha mostrato sulle rive del Ceresio.
Capitolo Lugano. La classifica è quella che è, nonostante ben 2 partite in meno disputate rispetto al Langnau e all’Ambrì – che lo precedono in classifica – e all’Ajoie che ora gli è in coda, ma la graduatoria in questo momento non deve essere nei pensieri di Fazzini e compagni. Ancora una volta i bianconeri martedì sera hanno iniziato a faticare a contenere i propri avversari nel terzo tempo… questa sta diventando una costante pericolosa che sottolinea, se ancora ce ne fosse bisogno, che la condizione fisica non è ottimale. Certo, aver recuperato Andersson è manna dal cielo – sia in fase difensiva che offensiva – e potersi godere Koskinen, le reti di Arcobello e uno Zanetti davvero coriaceo e combattivo fa ben sperare, ma il Lugano non può e non deve “sentirsi arrivato” nonostante il carattere mostrato nel riportarsi in vantaggio dopo aver subito la rimonta leventinese. Sotto le volte della Cornèr Arena c’è ancora molto da fare, da sistemare, da limare e da aggiustare, oltre a recuperare alcuni giocatori che fin qui in stagione (un nome su tutti, Fazzini) non hanno ancora dato il loro contributo, se questa squadra vuole puntare ai playoff… anche perché la buona sorte – leggasi i ferri colti dall’Ambrì – non sempre sarà favorevole e a volte bastano pochi dettagli, come nello sfortunato pareggio di Bürgler, per capovolgere il tutto. Quindi… testa bassa e pedalare, anche perché venerdì la truppa bianconera andrà a Kloten e sappiamo tutti come andò a finire a settembre in casa contro gli Aviatori, pochi giorni dopo la vittoria ottenuta nel derby della Gottardo Arena…
Capitolo Ambrì. 13 sconfitte negli ultimi 14 derby. 6 KO consecutivi in stagione. Punto. Potremmo fermarci qui per spiegare il momento che sta vivendo la truppa di Cereda e dire, semplicemente, che c’è da voltare pagina e direzione, ma non sarebbe esaustivo. Sì perché martedì sul ghiaccio di Lugano si è vista una squadra anche sfortunata – quei ferri della porta di Koskinen colti in momenti importanti gridano vendetta – ma anche impaurita che ha provato a tirare fuori attributi e cattiveria soltanto nel terzo periodo e sullo 0-2: fino a quel momento si vedeva che i risultati ottenuti nelle ultime 2 settimane stavano pesando sulle gambe e sulla testa dei leventinesi. Vi ricordate l’Ambrì spumeggiante e sfrontato di inizio campionato che andava a giocarsi ogni partita a viso aperto inanellando vittorie e punti? Bene… dimenticatelo. In questo momento l’Ambrì è troppo timoroso e ingenuo. Sì, ingenuo perché dopo la doppia rimonta compiuta contro un Lugano che sembrava davvero sul punto di crollare, sono bastati 12” alla retroguardia biancoblù per capitolare ancora e dire nuovamente addio al sogno di vincere un derby. Il derby, appunto. Risulta impossibile non dire che ormai questa squadra lo soffra, lo tema e subisca una pressione totale sul piano mentale quando davanti si palesano i colori bianconeri: 13 sconfitte su 14 derby disputati sono un’enormità, uno sproposito. Cereda, insomma, ha da lavorare, deve trovare soluzioni, idee e contromisure per non vivere di ricordi e di illusioni che le reti di Spacek e Bürgler hanno fatto vivere al popolo biancoblù fino a poche settimane fa.