Secondo il presidente del Centro Gerhard Pfister la Svizzera sta andando incontro a "tempi molto difficili" e "dobbiamo prepararci a una perdita di prosperità". In un'intervista pubblicata da Le Temps lo zughese sostiene che il mondo sta tornando ad essere bipolare, "non più tra capitalismo e comunismo, ma tra Stati autocratici e democratici". "Non si tratta di una nuova era, ma piuttosto di un ritorno alla guerra fredda", aggiunge. La Svizzera è dalla parte delle democrazie occidentali, ha proseguito. "Oggi il primato deve essere restituito alla politica, che ha la responsabilità di proporre un quadro che tenga conto degli interessi economici, ma anche delle questioni relative ai diritti umani, alla democrazia e alla libertà di espressione.
"La nostra politica estera pragmatica e in parte opportunistica non funziona più", afferma Pfister. "È arrivato il momento di fare delle scelte. Si tratta di decisioni difficili e spiacevoli, ma alle quali non possiamo sottrarci" aggiunge il Consigliere nazionale zughese secondo cui la neutralità non deve essere definita in teoria. È "decisionale". "Ci sono momenti della storia in cui bisogna decidere e sono queste decisioni a determinare la politica di neutralità", spiega.
Il successo del modello occidentale si basa sullo stato di diritto, sulla sicurezza della proprietà privata e sul benessere sociale, osserva Gerhard Pfister. Se si vuole preservare questa società e questi valori, è necessario affermarli contro gli attacchi, aggiunge.
A questo proposito, la Svizzera deve chiarire le sue relazioni con l'Unione europea (UE), afferma il presidente del Centro. "La crisi ucraina illustra l'ampio consenso in Svizzera sul fatto che ci consideriamo un Paese europeo". È fiducioso che tra cinque anni la Svizzera avrà risolto la sfida più grande nelle sue relazioni con l'UE, la libera circolazione delle persone.
"La nostra politica estera pragmatica e in parte opportunistica non funziona più", afferma Pfister. "È arrivato il momento di fare delle scelte. Si tratta di decisioni difficili e spiacevoli, ma alle quali non possiamo sottrarci" aggiunge il Consigliere nazionale zughese secondo cui la neutralità non deve essere definita in teoria. È "decisionale". "Ci sono momenti della storia in cui bisogna decidere e sono queste decisioni a determinare la politica di neutralità", spiega.
Il successo del modello occidentale si basa sullo stato di diritto, sulla sicurezza della proprietà privata e sul benessere sociale, osserva Gerhard Pfister. Se si vuole preservare questa società e questi valori, è necessario affermarli contro gli attacchi, aggiunge.
A questo proposito, la Svizzera deve chiarire le sue relazioni con l'Unione europea (UE), afferma il presidente del Centro. "La crisi ucraina illustra l'ampio consenso in Svizzera sul fatto che ci consideriamo un Paese europeo". È fiducioso che tra cinque anni la Svizzera avrà risolto la sfida più grande nelle sue relazioni con l'UE, la libera circolazione delle persone.