PARIGI (Francia) – Un pilota eccezionale, tre volte campione del mondo di Formula 1, ma questa volta ha sbagliato l’approccio. Non a una curva, ma un’analisi di un contatto tra Lewis Hamilton e Max Verstappen. A quasi 70 anni Nelson Piquet ha dimostrato di non aver cambiato la sua indole e di non sapersi sempre controllare; l’episodio incriminato risale a qualche mese fa, quando alla vigilia del GP del Brasile, gli venne chiesta un’opinione in merito al contatto tra Lewis e Max a Silverstone: “Il negretto ha posizionato la macchina in modo che Verstappen non potesse sterzare”.
Apriti cielo. “Il negretto l’ha fatto perché sapeva che quella curva non avrebbero potuto farla in due. È stato fortunato che solo l’altra macchina sia andata a sbattere, ha agito in modo sporco”. Quelle frasi passate inosservate all’inizio, sono tornate alla ribalta dopo la sospensione del terzo pilota della Red Bull, Juri Vips, fermato dalla scuderia dopo aver usato espressioni razziste in diretta Twitch. A riportare le parole di Piquet alla ribalta sono stati alcuni media brasiliani, come ‘O Globo’ e ‘CNN Brasile’.
La Formula 1 ha condannato ufficialmente le parole di Piquet tramite una nota su Twitter in cui sottolinea che il linguaggio discriminatorio o razzista è inaccettabile in ogni forma e non ha nessun ruolo nella società. Inoltre Hamilton è un ambasciatore della F1 e “merita rispetto”.
Anche la Mercedes poco dopo si è schierata dalla parte di Lewis. “Condanniamo con la massima fermezza qualsiasi uso di linguaggio razzista o discriminatorio di ogni tipo. Lewis ha guidato gli sforzi del nostro sport per combattere il razzismo ed è un vero campione della diversità dentro e fuori pista. Insieme condividiamo una visione per uno sport automobilistico diversificato e inclusivo e questo incidente sottolinea l’importanza fondamentale di continuare a lottare per un futuro più luminoso”.
Anche la FIA, così come poi diversi piloti, tramite Twitter ha condannato “fortemente qualsiasi tipo di linguaggio e comportamento razzista e discriminatorio che non hanno posto nello sport e nella società”.