Svizzera, 16 maggio 2022

Afflusso di ucraini, c'è chi vuole porre dei limiti

"La solidarietà verso i profughi ucraini comincia ad erodersi" titola domenica il "SonntagsZeitung", che riporta che i primi politici stanno mettendo in discussione la politica di accoglienza portata avanti fino ad ora. Il malcontento è guidato dalla consigliera nazionale Martina Bircher (UDC/AG) secondo cui, con circa 51'000 rifugiati provenienti dall'Ucraina, la Svizzera sta raggiungendo i suoi limiti, soprattutto perché nel frattempo il flusso migratorio continua a pieno ritmo. Per questo motivo vuole fare pressione sul Consiglio federale affinchè vengano posti dei limiti. L'obiettivo è quello di adattare lo status di protezione S limitandolo al livello regionale, a seconda dell'evoluzione del conflitto.

In concreto, dato che la guerra in Ucraina si sta spostando verso l'est del Paese, l'idea sarebbe quella di concedere questo status solo alle persone provenienti da questa regione. Una soluzione che trova sostegno anche dai ranghi del PLR, in particolare dal vicepresidente Andrea Caroni (SG) che sostiene la proposta di una "politica di accoglienza flessibile". Tuttavia, questo adattamento non deve essere effettuato immediatamente ma bisogna osservare lo sviluppo del conflitto prima
di reagire. Caroni ritiene inoltre che la Svizzera non dovrebbe agire da sola in questo settore: "È opportuno uno status di protezione più dinamico. Tuttavia, questo deve essere coordinato a livello europeo".

Anche la Conferenza dei direttori cantonali degli affari sociali sta esaminando la pertinenza di una limitazione regionale dello stato S e ne discuterà "a tempo debito", secondo la sua vicepresidente Marianne Lienhard. La prossima riunione dei direttori cantonali è prevista per la fine di maggio.

L'idea di un limite regionale è tuttavia piuttosto controversa, anche tra i politici che adottano una linea più dura in materia di asilo, osserva il domenicale svizzerotedesco. Il presidente del Centro, Gerhard Pfister (ZG), ritiene che limitare lo status di protezione S a una parte dell'Ucraina significherebbe "anticipare gli obiettivi di guerra della Russia". Questo farebbe il gioco di Putin. Ciò favorirebbe la divisione dell'Ucraina. È un segnale che la Svizzera non dovrebbe inviare per motivi di politica estera. Inoltre, l'adeguamento dello status S creerebbe due classi di ucraini. "Non è giusto", dice il presidente del Centro.

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