Sport, 02 settembre 2021

«Boa sorte mister». Ma è così senza senso l’esonero di Braga?

La nuova società ha fatto le sue scelte, sul mercato così come in panchina

LUGANO – È stato un risveglio travagliato quello di ieri per tutti i tifosi del Lugano, per i calciatori, per gli addetti ai lavori, per noi giornalisti… figuriamoci per lui, Abel Braga, che proprio ieri compiva 69 anni. In effetti il tecnico brasiliano, che in Sudamerica ha vinto tutto, come regalo di compleanno si è ritrovato un esonero ad attenderlo… non certo il massimo per iniziare il giorno, il nuovo mese e il nuovo anno di vita.
 
 
Tutti siamo rimasti un po’ sorpresi, anche perché negli ultimi mesi dalle parte di Cornaredo è successo di tutto. Renzetti prima vende la società a Thyago De Souza e Valbusa, poi quest’ultimi – che nel frattempo avevamo chiuso i contratti col tecnico Braga e con l’attaccante Demba Ba – non versano un franco e la trattativa sfuma. In seguito ancora Renzetti, dopo un primo periodo in cui ha provato a tenere le redini del club in mano (ridiscutendo, ad esempio il contratto sia con lo stesso Braga che con Demba Ba), riesce a trovare un acquirente serio, Joe Mansueto che, stando Oltreoceano, si affida al CEO Martin Blaser e a Georg Heitz. 
 
 
Finita qui? Macché. Sul mercato, infatti, tutto si ribalta a campionato già iniziato: Demba Ba saluta tutti, in seguito tocca allo stesso FCL mettere alla porta Covilo, Macek e Moura, così come Tosatti Giacomin. Al loro posto ecco Zan Celar, Mohamed Belhadj e Mohamed-Elamine Amoura: tre giocatori che abbassano ancora di più la media dell’età della squadra e che, di conseguenza, dovranno
crescere e maturare, così come tanti altri. Un nome su tutti? Quel Luis Phelipe entrato a Sion e apparso ancora completamente inadatto al nostro campionato.
 
 
Tutto logico, tutto scontato: la nuova società ci mette i soldi e, di conseguenza, la nuova società prende le sue decisioni. Per il bene della squadra, è chiaro, ma anche con uno sguardo rivolto al futuro e al portafoglio. Nel calcio, si sa, chi investe difficilmente riesce poi a pareggiare i propri investimenti, ma chi investe guarda anche al proprio tornaconto. Ecco perché l’addio ad Abel Braga non appare così insensato: “Non eravamo in sintonia al 100% sulla strategia da coltivare a lungo termine”, sono state infatti le parole di Martin Blaser che spiegano al meglio la situazione.
 
 
Quindi… va bene la sorpresa del momento, del mercoledì mattina, ma… dopo un caffè, dopo aver analizzato la situazione, ecco che il quadro torna a fare meno confuso e fosco. Le nubi si dissolvono e il cielo sopra Cornaredo torna a fare più limpido: la nuova società vuole fare anche i propri interessi, vuole creare un legame tra il Lugano e i Chicago Fire (cosa, tra l’altro già detta durante la conferenza stampa di presentazione) e vuole mettere in panchina un allenatore da lei scelta (Braga, che tra l’altro ha conosciuto 3 proprietà diverse in 2 mesi, non lo era). Un allenatore disposto a camminare di pari passo con la società, di pari passo con la “strategia da coltivare a lungo termine”…

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